Salone del Libro di Torino 2013 – Giorni 1 e 2 (Book Blogger May#3)
Da Strawberry
@SabyFrag
Ciao fragolosi!Quella che vi scrive è una Strawberry allegra, entusiasta e anche un po’ sfinita ma decisa a non mollare fino a lunedì. Quest’anno, infatti, grazie al master che sto frequentando, ho avuto la possibilità di avere l’accredito professionale e di poter quindi godere del Salone per tutti e 5 i giorni dell’evento! Me felice!!!
Ho deciso, quindi, di fare alcuni resoconti del Salone per farvi rivivere l’evento in mia compagnia. Inoltre con questi post rispondo pienamente al quesito di questa settimana per il Book Blogger May.
Questo primo resoconto racconterà i primi due giorni, giovedì e venerdì. Buona lettura!
Giorno uno - 16/05
Io e gli altri miei colleghi arriviamo in quel del Lingotto al mattino e come una scolaresca ci dirigiamo alla biglietteria per gli accrediti professionali. Siamo tutti molto allegri: abbiamo lavorato tanto in queste settimane e 5 giornate da dedicare a libri, incontri e svaghi di vario genere sono proprio quello che ci vuole per rilassarsi e tornare a vivere. Qualche minuto per far capire chi siamo e cosa vogliamo a quelli della biglietteria e, infine, ottenere i famosi accrediti, e siamo dentro. Subito ci sparpagliamo tra la folla, singoli o a gruppi, tutti diretti verso ciò che ci interessa. Il primo incontro a cui voglio partecipare è solo alle 14 così nel frattempo io e qualche collega gironzoliamo per i padiglioni e gli stand. Per me è il terzo anno di Salone eppure sono euforica ed entusiasta come se fosse la prima volta. Dopo aver girato un po’, guardato qualche novità, fatto un sondaggio, ottenuto una sportina della Kobo e riempiti di carta (volantini, segnalibri, flyer, ecc), mangiamo un boccone e ci dirigiamo verso il primo incontro della giornata.
Si tratta di un incontro professionale nella Sala Business. Il titolo è: La presenza di casa editrice/autori/libri nei blog e in tv e l’impatto sulle vendite dei libri. Un titolo molto interessante e avrebbe incuriosito anche molti di voi. Viviamo questa blogosfera ogni giorno e sappiamo cosa significhi la presenza di libri e case editrici in un blog. Durante l’incontro intervengono Elisa Molinari, Gianni Peresson (AIE), Lorenzo Ribaldi (la Nuova Frontiera) e Noemi Cuffia (blogger). Si riflette sull’incidenza che i blog e la tv hanno sull’acquisto e la diffusione dei libri e si mettono in luce le divergenze. Vi sono libri che hanno più fortuna in tv (la ricerca prendeva in esame il programma Che tempo che fa di Fabio Fazio) e che invece influenzano poco il mondo dei blogger: La conclusione del discorso è stata che i blog, in genere, agiscono sulla durata di un fenomeno editoriale, permettendo che un libro non venga dimenticato in fretta come invece succede con molti altri libri in libreria, in pochi mesi nel dimenticatoio. La tv, al contrario, agisce soprattutto nell'imminente , durante il lancio e la promozione di un libro. L'importanza dei blog, tuttavia, non va certo sottovalutata poiché sempre più in crescita, rivelandosi una risorsa per l'editoria 2.0 insieme ai social network. Infine molto simpatico l'intervento di Noemi Cuffia, del blog Tazzina di caffè, che ha raccontato la sua esperienza personale come blogger, dagli inizi solitari alla collaborazione continua con case editrici che le hanno permesso di crescere e arrivare al suo traguardo, ovvero pubblicare un libro. Noemi ha sottolineato che i post sui blog non possono certo a paragonarsi a critiche fatte da professionisti, ma la passione che ogni blogger ci mette li rende preziosi e importanti.
Lasciata la sala business, si va nel padiglione 2, verso lo spazio dedicato a Book of the future. Qui seguo un incontro dedicato al futuro del giornalismo nell'epoca digitale e la migrazione del mestiere di giornalista verso il web. Davide Mazzocco, Alberto Puliafito, Luca Rolandi e Paolo Piacenza raccontano l’evoluzione del giornalismo dalla carta alle pagine digitali dei giornali, dai tempi in cui occuparsi dei contenuti internet significava quasi essere relegati a un giornalismo di serie B fino a oggi, quando il giornalismo digitale è una risorsa importante che merita una serie di nuovi strumenti e specifiche competenze. Un incontro interessante che, però, ho dovuto abbandonare a metà. Dovevo mettermi in fila per la Sala Gialla. L’incontro con Luis Sepúlveda mi attendeva.
Quello di giovedì è stato il mio terzo incontro con Luis Sepúlveda e ancora una volta ha saputo conquistarmi. Durante l’incontro, lo scrittore ha parlato del suo nuovo libro, Ingredienti per una vita di formidabili passioni, ed è stata un’occasione per parlare della sua formidabile vita. Sepulveda ha un dono prezioso, ovvero la straordinaria capacità di trasformare ogni suo discorso in un meraviglioso racconto. Luis è un abile narratore non solo sulla carta e per questo anche il resoconto dell’evento più semplice diventa tra le sue mani una storia degna di essere raccontata davanti a una platea incantata dalla sua arte fabulatoria. Lo scrittore ha raccontato il suo passato di impegno politico e lotta contro ogni forma di dittatura e di governo che privasse i cittadini dei propri diritti, di come da apolide divenne cittadino tedesco e di come oggi vive in Spagna e parla dei mali in modo chiaro e deciso di un paese che lo ospita e che gli è molto caro perché specchio di una società ingiusta e iniqua, sbilanciata sempre a favore dei pochi ricchi e a scapito della stragrande maggioranza della popolazione più povera. Luis Sepulveda ci ammalia per un’ora e alla fine riesce anche a commuoverci raccontando dell’amore che ha per la sua famiglia e della gioia che ogni uomo prova nel possederne una: sono quelli, infatti, i momenti in cui la vita appare meravigliosa.
Dopo questo incontro che tanto attendevo, ho raggiunto alcuni miei amici e insieme siamo andati a divertirci un po’ con Le Iene. Anche loro, infatti, erano al salone del libro per presentare Droga, un manuale-inchiesta sul mondo della droga. L’incontro è stata l’occasione per la iena Mauro Cacciari di giocare con il pubblico e organizzare uno dei soliti sondaggi da “iene”. Durante questo giochino, 50 persone prese dal pubblico hanno ricevuto una busta contenente un bastoncino di cotone e un tampone orale. I partecipanti hanno dapprima aperto la bustina con il bastoncino e rotto una delle estremità, azione che ha permesso la fuoriuscita di un liquido all’interno del tubicino che è poi finito sull’altra estremità di cotone, impregnando l’ovatta. Ogni partecipante ha poi passato il cotone bagnato sulla superficie del proprio smartphone e poi riposto in bastoncino nella sa bustina, Dopodiché hanno aperto la bustina contenente il tampone orale e hanno dovuto succhiare la parte con il cotone per 5 minuti. Alla fine anche il tampone è tornato nella sua custodia e insieme al bastoncino sono stati rinchiusi in un busta che le iene hanno provveduto a raccogliere. Tamponi e bastoncini saranno oggetto di un test anti droga e i risultati sono andati in onda nella puntata di domenica. L’esperimento è stato accompagnato da molte risate e momenti divertenti ma anche da alcuni servizi delle Iene dedicati al tema che hanno sconvolto tutti noi a proposito degli effetti devastanti che le droghe hanno sul nostro corpo. Ah, nell'a puntata delle Iene si vede per qualche secondo anche la mia faccia!
Con Le Iene termina la prima giornata al Salone. All’uscita io e i miei amici ci siamo diretti al cinema per vedere il Grande Gatsby. Ma questa è un’altra storia e ve la racconterà un’altra volta. Libi acquistati: Ingredienti per una vita di formidabili passioni di L. Sepulveda
Giorno due – 17/05
Il secondo giorno al Salone del Libro comincia con un incontro professionale dedicato alle figure del traduttore e del revisore. I relatori erano Alessandra Montrucchio (editor Einaudi), Giovanna Granato (traduttrice di Il re pallido di D. F. Wallace), Lorenzo Ribaldi (La Nuova Frontiera) e Gina Maneri (traduttrice di Cicatrici di J. J. Saer) ed è stata davvero una bella chiacchierata. Iniziano Alessandra e Giovanna e ci raccontano della traduzione e revisione dell’ultimo libro di Wallace, Il re pallido. Una vera e propria gestazione che ha visto necessaria e fondamentale l’interazione tra la traduttrice e l’editor. Un caso, quello di Wallace, fatto di un linguaggio composito e un fraseggio molto particolare, reso ancora più complesso dalla morte dell’autore prima della pubblicazione del romanzo, che è comunque simbolo di come un lavoro isolato come quello del traduttore debba, in realtà, farsi comunicatore e imparare a dialogare con le altre figure che partecipano alla preparazione del libro, in primis il proprio revisore, che non è un controllore ma un collaboratore e un sostegno nell’impresa di rendere al meglio la scrittura altra e rispettare l’autore e il suo stile nel passaggio da una lingua a quella di destinazione. Tesi confermata anche da Gina e Ribaldi che raccontano con simpatia il percorso intrapreso con Cicatrici di Saer, dove il rapporto tra traduttrice e, questa volta, editore deve basarsi anche sulla fiducia che l’editore dà al suo traduttore, una fiducia che si costruisce solo tramite il dialogo tra le due parti e che solo in questo modo porta a ottimi risultati. L’incontro è stata anche l’occasione di conoscere una casa editrice che non conoscevo, La Nuova Frontiera, a cui presto farò una visita nel loro stand.
Fuggo dall’incontro per un altro, questa volta con un autore. Siamo al Caffè Letterario e tutta la platea segue attenta e divertita Paolo Nori. Lo scrittore emiliano ci intrattiene con la lettura di alcuni brani tratti dal suo nuovo libro, La banda del formaggio, pubblicato da Marcos y Marcos. Nori parla e racconta e lo fa con un misto di partecipazione e imbarazzo, quasi come se fosse preoccupato della reazione del pubblico, dimostrando forse una timidezza che non credevo. Lui parla e io lo ascolto, con quel suo accento a me così caro, parlando di Bologna, Casalecchio di Reno e altri luoghi che mi sono dolcemente familiari e quando legge il suo libro pare quasi trasformarsi, calarsi interamente nel suo personaggio dandogli finalmente una voce che era nella sua mente. Sono stata contenta di vederlo, soprattutto dopo il brutto incidente dello scorso marzo, e così ho comprato il suo libro e sono riuscita anche a farmelo firmare.
Finito l’incontro con Paolo Nori, ho pochi minuti per raggiungere i miei amici alla sala Book of the future, dove si tiene un incontro intitolato I nuovi mestieri dell’editoria. Selezione testi, editing, distribuzione e comunicazione editoriale nell’era 2.0. Durante l’incontro si parla di e-book e del loro presente e futuro, del valore che stanno acquisendo sul panorama editoriale e di quello che acquisteranno nei prossimi anni. Leggere e-book è ormai una pratica sempre più comune e le case editrici che decidono di dargli maggiore spazio aumentano e alcune pubblicano solo e-book come Zandegù. Le difficoltà, però non mancano, sia tra il pubblico, che in Italia è ancora restio a utilizzare un formato elettronico, sia tra le case editrici, che influenzate dal mercato, osano poco. Problemi e dubbi che vanno risolti e chiariti ma la cui ricetta sembra dover essere ancora ben definita.
Al Salone non ci si ferma mai, così uscita dal “futuro” ritorno al presento e mi dirigo in Sala Gialla per un altro pezzo di Spagna. Javier Cercas, l’autore di I soldati di Salamina, presenta il suo nuovo libro Le leggi della frontiera, romanzo ambientato nel periodo della Transizione dal regime franchista alla democrazia che narra la storia di due amici diversi tra loro per estrazione sociale e idee, simbolo della contrapposizione tra bene e male, ma destinati a un’avventura che li cambierà. Cercas racconta il suo libro, la Spagna della sua adolescenza e quello che la Storia spesso non dice, ci parla de punto cieco come la molla che ha dato vita alla maggior parte della letteratura mondiale, quel punto in cui la storia non è mai la risposta a una domanda precisa ma crea molteplici scenari e, probabilmente, altre domande. Cercas intrattiene il pubblico con interventi simpatici ma anche con riflessioni intelligenti e pur non essendo uno dei miei autori spagnoli preferiti, assistere all’incontro mi ha fatto piacere.
Ultimo evento della giornata, forse il più bello. Stefano Benni è in sala azzurra per una lettura e un incontro tra il surreale e il meraviglioso. Benni ci parla di Elefanti rosa. Racconti brevissimi e pesanti teorie e nell’ora a disposizione legge e commenta (brevemente) autori come Kafka o David Sedaris e anche qualche suo racconto e ci regala dei momenti divertenti ed estremamente piacevoli. Sempre un bel regalo da farsi quello di vedere e sentire Stefano Benni.E poi si fece sera. E che sera! Io e i miei amici siamo andati alla festa organizzata ogni anno dalla casa editrice Minimum fax. Io ero andata anche l’anno scorso ma questa volta è andata benissimo! Abbiamo ballato fino alla notte, riso e scherzato e ci siamo divertiti tanto. Minimum fax le sa proprio fare le feste!
Libri acquistati: La banda del formaggio di Paolo Nori. Inoltre, grazie al sito 10 righe dai libri, ho potuto partecipare al loro gioco a estrazione per ben due volte e, incredibile ma vero, ho vinto entrambe le estrazioni! Che fortuna! Ho ritirato i premi nei due stand vincitori, Fanucci (La meraviglia delle piccole cose di F. Dawn) e Fazi (Costa occidentale di P. Fox).
Per oggi è tutto. Domani secondo appuntamento con i giorni 3-4-5. Stay tuned!
Per Book Blogger May: perdonate il ritardo. Chi ha partecipato al tema di questa settimana (Libri da Salone), può lasciare il link nell'apposito form qui sotto. Grazie.
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