L'ingresso e l'uscita.
E qualcuno l'ha comprata, due volte! @intermezzi
Talulla e altri amici :) @isbnedizioni
E quindi il quinto giorno è arrivato. Ho provato a scrivere più volte questo post, ma mi addormentavo sempre e puntualmente, crollando con la testa e chiedendo ad alta voce "Dove sono? E chi?". Bello avere un computerino portatile da cui scrivere sul divano, poi però ci si addormenta sopra.Pensavo di invocare adesso, dunque, lo spirito guida degli elenchi e delle liste. Così ecco un brevissimo inventario di ciò che ho visto e pensato oggi :)1) Da dove si è entrati, si esce. E subito coglie la sensazione di irrealtà: è stato tutto solo un sogno, vero?2) Il Salone è di per sé umanamente impegnativo. Da torinese, io ci incontro solitamente tutti. Ovvero tutte le persone che ho conosciuto nella vita. Come la memoria che diventa forma fisica. Sarebbe piaciuto credo a Dante Alighieri questo iper mondo brulicante di destini incrociati. Ci vorrebbe un cervello bionico, o sostanze psicotrope sempre in borsa, per non restarne destabilizzati. Per questo mi è parso di vivere in questi cinque giorni in una sperimentazione di laboratorio. A un certo punto addirittura quando in coda per la toilette ti vedi nello specchio inizi a chiederti: "Ohi, come va? (sorriso di circostanza). Sentito qualcosa di interessante (brandendo sacchetti brandizzati)? Comprato libri? Visto Gramellini/Fassino/Littizzetto/Ammaniti/Baricco/Saviano/Magris/(aggiungere il nome a piacere)? Beeeeeeello lo stand di (nome a piacere). Su twitter sei...?". Non per spiegare la barzelletta, ma in effetti si crea ben presto una domanda di senso, e di identità, perché colei nello specchio sei nient'altro che tu.3) Twitter. Si dice che è stato un po' il Salone di Twitter, della Primavera Digitale etc. etc. Salone & Twitter in effetti sono andati d'accordo, ho letto che la consistenza di questo binomio si è consolidata. Il che ha creato, per chi come me ha intercettato e scritto molti tweet, un avvicinamento netto e virtuale a ciò che si suole definire il "dono dell'ubiquità". Essere seduti in una sala e contemporaneamente sapere in tempo reale che cosa succede in quella accanto, vederne magari anche le fotografie, ha creato come un'idea di disvelamento di mondi altri ma possibili insieme, chissà magari anche potenziando connessioni neuronali inesplorate. Senza contare quelli che hanno vissuto tutto ciò da casa propria. Un po' l'effetto che fa la lettura in sé e per sé, però fruita all'istante e costantemente. Può essere che sia anche stato questo esatto brivido ad aver sancito il successo di un dispositivo così piccolo, come un fringuello celeste, ma così potente, come un'aquila che plana in picchiata. Perché viene da chiedersi come mai. Un po' come quando sono arrivati i televisori e la gente andava dietro a vedere da dove provenissero le figure o ci dialogava. Così anche adesso si resta un po' sbalorditi dalla possibilità non solo di "scrivere nel telefono" (cit. Baricco) ma anche di sparare queste scritte + immagini e a volte anche suoni come proiettili di significati ad amici e parenti e a chi nemmeno si conosce e si inizia magari a scoprire proprio tramite questi continui scambi di informazioni e impressioni e faccine. E scoprire di avere cose in comune e via discorrendo. Questi esercizi di telepatia. Queste prove di luccicanza. Sono sinceramente curiosa di sapere come si evolverà tutto questo glorioso e discusso meccanismo, che sembra un gioco ma sta davvero iniziando a cambiare un po' la vita di parecchie persone.4) La montagna. Tutto ciò è davvero meraviglioso. Però adesso avrei il solo e modesto desiderio di rifugiarmi in cima a una montagna, in un dolce silenzio, in un panorama bianco e solitario. E magari chissà mettermi poi lì a scrivere bevendo tisane di stelle alpine, come se fossi una vera romanziera in stato di grazia. Giuro che poi twitterei tutto eh. Si può, vero? Ditemi di sì :) Lo chiedo così in generale all'Etere. (Dai, ciascuno sul proprio blog s'immagina un po' quel che vuole! Specie all'una e mezza di notte di un lunedì di maggio...).5) L'editoria. Di riflessioni e analisi ben più ferrate delle mie se ne sono fatte parecchie fuori e dentro la rete. Non ho la pretesa di apportare chissà quali spunti pregnanti in proposito. C'è la crisi. La gente non legge, non compra libri. MA legge E compra libri. Contemporaneamente. Può sembrare bizzarro, eppure è reale. Andare a disambiguare questo paradosso mi pare una bella sfida. Per il momento, sogni d'oro :)6) 25 anni. Venticinque anni fa, alla prima edizione, personalmente ero un'alunna di prima elementare, e c'ero. Come quelli che erano lì in gita scolastica questa mattina. In fondo, questo torinese resta uno dei più spettacolari parchi di divertimento per bambini del mondo. Se non si perde lo spirito, c'è speranza per tutti.7) Il digitale. Mi sono affacciata a questo argomento come un turista che la prima mattina in un posto nuovo apre la finestra e guarda. Vede un paesaggio mai visto, sente profumi, voci, luci diverse. Ora si tratta di prendere la cartina e cercare i luoghi migliori da visitare. Ah, non c'è la cartina? Va bene, allora tutti noi curiosi possiamo tracciare il nostro percorso e, in una parola, percorrerlo.8) I libri. Ma poi: un bel libro è un bel libro è un bel libro. Possiamo girarci intorno, c'è posto per tutti, va bene tutto. Però quella cosa lì; quel mistero, quel senso di aver scoperto il tesoro nascosto e solo tuo, che vale una fortuna, che puoi portarti ovunque come una biglia di vetro tra le dita, che diffonde sotto la pelle la stessa sensazione dell'amore; quella cosa accade soltanto in uno, anzi in un unico scoccare di secondo perfetto, come quando il fiore sboccia e i petali si staccano e scattano di pochi millimetri, leggeri, di uno spazio infinitesimale, ma quello giusto per gridare al miracolo.Quindi tutto bene! Alla prossima.c\_/