Salone del mobile 2014: cronache di una fiera

Creato il 15 aprile 2014 da Artisignexplosion @ArtisignExp

Camminare, camminare e ancora camminare, fino allo sfinimento, fino al punto in cui senti bruciare le piante dei piedi. Ci siamo portate a casa un’esperienza ricca, interessante, una tallonite e anche qualche arrabbiatura. Tipo quando un caro ufficio stampa di un brand molto famoso mi ha guardato con aria sprezzante dicendomi che non poteva fornirmi la cartella stampa perché io sono solo una povera e sfigatissima blogger, non una giornalista. Dopo che una si fa un culo così per fare un lavoro serio, non rubando contenuti a nessuno e si prende la briga di farsi 600 km andata e ritorno per venire a reperire materiali, è una bella mazzata. Sono momenti in cui ti senti piccola piccola e indifesa, come quando sogni di essere nuda in mezzo ad una piazza e sono tutti lì a guadarti. Ma alzi la testa, vai avanti e continui a sorridere. Dopotutto, la maleducazione non può rovinarti la giornata. Ma la finisco di tediarvi con i miei problemi e torno alla fiera.

Corridoi infiniti, stand infiniti, prodotti esageratamente grandi, tavolini che non entrerebbero nel tuo salotto manco se buttassi giù i muri portanti. Non so se per colpa della crisi, ma c’era una certa cupezza, pareti scure, arredi scuri, tutto incredibilmente buio. Poi c’era chi si distingueva: come Kartell con il suo stand tutto ricoperto d’oro, Riva 1920 con i suoi magnifici arredi in legno, Moroso con le sue sedute originali e colorate, Vitra con la sua straordinaria eleganza, Tom Dixon con la sua stravaganza creativa e moltissimi altri marchi più o meno noti che hanno saputo portare una ventata di novità e freschezza.

E poi c’erano i giovani, gli emergenti, il Salone Satellite. Il progetto, il design, l’innovazione. Un cuore che pulsava incredibilmente forte e che dispensava lezioni di creatività e audacia.  Poltroncine origami richiudibili in cartelline, ceramiche artigianali, lampade in box di cartone che non prevedono l’utilizzo di energia elettrica, sedie che all’occorrenza che si trasformano in scale. Un mondo a sé stante.

A breve tutte le immagini nella nostra pagina Facebook, intanto noi proviamo a riprenderci e farci passare la tallonite.


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