La rassegna iridata brasiliana, però, fino ad ora pare non aver affatto voglia di smettere di regalarne.
Così, nella giornata di oggi, malgrado i risultati non siano stati quelli che speravo personalmente, si è cominciato a vedere un cambiamento nel calcio globale che porterà, probabilmente, ad un'evoluzione e ad una maggiore incertezza non soltanto da qui alla fine di questo torneo, ma anche delle prossimi.
Se, un paio di settimane fa, qualcuno mi avesse predetto che, ad un giro di giostra dagli ottavi di finale - o quasi, dato che ancora manca una manciata di partite -, ci saremmo ritrovati con un Brasile deludente, un'Argentina spenta, Spagna ed Inghilterra a casa, Uruguay e Italia costrette a giocarsi un posto da seconda dietro il Costarica, avrei probabilmente chiesto informazioni al suddetto qualcuno rispetto alla tipologia di cocktail alla quale aveva deciso di consacrare la sua esistenza.
Invece, eccoci qui.
Fortunatamente per tutti gli spettatori, il Mondiale carioca si sta rivelando uno dei più sorprendenti e "nuovi" della Storia, con Nazionali fino ad ora mai salite agli onori della cronaca pronte a guadagnarsi le luci della ribalta, qualificazioni improbabili ed eliminazioni eccellenti: ieri notte, per rimanere in tema rispetto alle nuove compagini pronte a giocarsi un posto da protagoniste, si è tenuta Ecuador - Honduras, una delle partite, lo ammetto, che meno mi ha interessato fino ad ora, se non per il fatto che quell'H enorme sulle magliette degli honduregni - ma si dirà così!? - mi hanno ricordato quelle della Hot Dog di Holly&Benji.
Peccato che non militino tra le fila dei suddetti centroamericani i gemelli Derrick.
Per la cronaca, al triplice fischio è risultato imporsi l'Ecuador, che ora punta forte ad un secondo posto - forse anche primo, a seconda di quale sarà l'esito dello scontro all'ultima partita - dietro la Francia: Valencia e compagni saranno carne da cannone per gli ottavi o continueranno a sorprendere?
Nel pomeriggio, invece, l'Argentina di Leo Messi si è imposta - qualificandosi anzitempo per gli ottavi - contro il coraggioso Iran, che non solo ha resistito per novantuno minuti, ma si è anche visto negare un rigore neanche avesse di fronte il Brasile padrone di casa.
Accantonati, comunque, i sospetti rispetto alla volontà di chiudere questo Mondiale con una finale - vinta dai verdeoro - tra la suddetta Argentina ed il Brasile, restano diverse certezze: questa Albiceleste è lontana anni luce da quella di Maradona, e Messi, suo trascinatore, in barba a premi e pubblicità, e alle sue capacità tecniche, risulta uno dei fuoriclasse meno interessanti della Storia del Calcio, noioso quanto la sua pettinatura e carismatico quanto un paio di ciabatte.
Nonostante il divario tecnico sia incolmabile, preferisco mille volte avere in squadra un Balotelli dedito alle stronzate che un Messi sempre precisino e perbenino, ma questo forse è un mio problema.
Anche perchè, con buona pace di qualsiasi detrattore, il piccolo Lionel con i suoi compagni si sono, di fatto, dichiarati presenti, e stando come sono ora le cose finiranno per trovarsi un calendario decisamente favorevole fino alla semifinale.
Ad ogni modo, non mi stupirei se fossero rispediti a casa anzitempo: questo Mondiale non ha padroni, a prescindere dai nomi di copertina.
Ma il piatto clou della giornata è stato senza dubbio fornito dalla partita di stasera, assolutamente bellissima soprattutto nel secondo tempo - il primo ha ricordato più una prolungata fase di studio -, roba da far apparire quella di ieri dell'Italia come una sorta di copia più che brutta del gioco del calcio.
I ragazzi africani - tutti, ormai, europei d'adozione, per quanto riguarda l'approccio - non solo, infatti, hanno tenuto testa ai teutonici panzer che parevano inarrestabili, ma con un gol di vantaggio hanno finito per rischiare perfino che il bottino fosse più grosso, divorando un'occasione che avrebbe concretizzato una delle sorprese più inaspettate del Mondiale e messo pepe a volontà sull'ultima giornata del girone.
C'è voluto quel vecchio volpone di Klose, che scippando fondamentalmente un gol ad un compagno eguaglia il record realizzativo di Ronaldo nella fase finale della competizione, per rimettere le cose a posto: l'arcigno e salterino Miro, in un certo senso, è un pò come Inzaghi.
Il fiuto della palla in rete gli cresce nel sangue, e ho come l'impressione che non abbia ancora finito, e che il conto aperto con la competizione continuerà a stimolarlo.
Bravissimi, comunque, i ragazzi africani - e non lo dico con condiscendenza -, che spero proprio possano cavalcare l'onda e sfruttare la stessa affinchè il continente più vecchio del mondo non debba ammettere una sconfitta su tutta la linea.
La speranza è che tutto possa evolversi senza troppo legarsi a schemi e giochi di potere, lasciando che il pubblico possa spalancare la bocca e lasciarsi travolgere dal piacere di uno sport soffocato, senza dubbio, da denaro, pubblicità e chi più ne ha, più ne metta, ma in grado di emozionare come pochi altri.
E per quanto possa preferire la Germania al Brasile stesso o all'Argentina - in fondo parliamo della Nazionale con più finali perse nella Storia dei Mondiali -, coltivo in segreto il pensiero di un'altra vincitrice della coppa fino ad ora estranea al successo.
Che sia l'Olanda, o l'Ecuador, o l'Iran, o il Ghana, poco importa.
Basta ci metta il cuore.
E non mi lamenterò di certo se fossimo noi, a godere di quei brividi.
MrFord
P. S. Si sta giocando, nel frattempo, Nigeria-Bosnia. Zero a zero. Propendo, comunque, per i secondi, che pronostico come ombre dell'Argentina nonchè altra possibile outsider da stupore per il resto del torneo.