Entrambe le partite, neanche a dirlo, si sono risolte sul filo del rasoio.
In ben più di un'occasione, ormai, mi è capitato di definire questo come il Mondiale delle sorprese, e nel caldo - almeno in Brasile - pomeriggio di questo appena trascorso ventinove giugno è stato proprio così: l'ottimo e coriaceo Messico dei miracoli di Ochoa - portiere ormai diventato fordiano ad honorem, tutto istinto e parate dalle connotazioni quasi sovrumane - è riuscito per gran parte della sfida a mettere in ginocchio l'Olanda responsabile del primo, clamoroso tracollo della Spagna ormai ex campione del mondo, complici un'organizzazione pressochè perfetta ed una palla indovinata da Giovanni Dos Santos, numero dieci dei Sombreros.
Una doccia fredda che per i ragazzi di Van Gaal dura quasi novanta minuti, resi ancora più pesanti dall'infortunio di De Jong che apre la strada a Bruno Mars Indi e dall'impalpabilità di un comparto offensivo che fino a quel momento era stato determinante.
Ci pensa Sneijder, uno dei fautori del miracolo interista del triplete, a rimettere le cose in gioco con un colpo di potenza e precisione quando ormai le speranze parevano abbandonate, innescando un'insperata reazione dei suoi culminata con un rigore furbamente guadagnato da Robben e trasformato da Huntelaar con freddezza da manuale.
In sei minuti sei un Messico, dunque, che aveva tutto tranne che demeritato il passaggio del turno, finisce per vedersi sfuggire il sogno dei quarti di finale, ormai affare degli Oranje, pronti ad accogliere - e spero non sottovalutare - il Costa Rica.
E proprio il Costa Rica piega, al termine di una vera e propria battaglia, una Grecia forse responsabile dell'incapacità di sfruttare non solo la superiorità numerica anche dopo il pareggio, ma senza dubbio mai doma, pronta a respingere colpo su colpo le offensive dei centroamericani.
Considerato che, sulla carta, parteggiavo per gli ellenici - e non perchè il Costa Rica ci abbia rifilato una corposa lezione nel corso del girone di qualificazione -, e che la partita non sia stata certo di quelle esteticamente e tecnicamente memorabili, le due compagini hanno dato davvero tutto per potersi guadagnare un posto al sole decisamente storico, conquistato dai ragazzi di Pinto grazie ad una prestazione notevole - soprattutto in partita - del portiere Keylor Navas.
Dunque i Ticos voleranno per la prima volta nella loro storia ad affrontare Robben e compagni ai quarti, gettando il cuore oltre l'ostacolo e definendo, senza se e senza ma, una nuova epoca del loro calcio.
Ora come ora, viene quasi da sorridere al pensiero che il Costa Rica sarebbe dovuto diventare una delle cenerentole del torneo.
MrFord