Saloon Mundial: traverse e nomi

Creato il 29 giugno 2014 da Misterjamesford
La trama (con parole mie): dopo un giorno di pausa, sono iniziati gli ottavi di finale del Mondiale, regalando non poche emozioni e definendo quello che sarà il primo tra i quarti.
E se da un lato i padroni di casa - dal sottoscritto osteggiatissimi - hanno dovuto sudare fino all'ultimo contro un Cile mai domo, dall'altro i Cafeteros colombiani, trascinati da uno strepitoso James Rodriguez - un nome, una garanzia - hanno chiuso abbastanza facilmente la pratica Uruguay.
Se, per puro caso, l'Italia avesse passato il turno, non credo avrebbe avuto un fato diverso da quello della Celeste.

Io mi ci sono impegnato, a mandarla contro al Brasile.
Dal primo minuto all'ultimo rigore.
In fondo, a tentare l'impresa contro gli spocchiosi e fighetti padroni di casa, c'erano gli operai del pallone del Cile, una squadra coriacea e combattiva di quelle che piacciono a me, guidata da uno dei giocatori che più considero tra quelli che militano nel campionato italiano: Arturo Vidal.
Dovevo capirlo fin dal principio, che le cose non si stavano mettendo per il verso giusto: il gol carioca, infatti, ha portato la firma di David Luiz, insieme a Thiago Silva l'unico che salverei dalle bottigliate nella compagine di casa. Seppur sia parso più un errore della difesa Roja, che altro.

Neanche il tempo di giocare un pò a palla con il Fordino - che ha scoperto di potersi divertire anche con i tiri di piede, alimentando le mie incitazioni rispetto al vederlo giocare il Mondiale del 2030 e le imprecazioni di Julez, che quasi tutto vorrebbe tranne vederlo calciatore - e stappare una birra ed ecco giungere il pareggio della speranza, nato, tra le altre cose, da una cappella colossale della difesa verdeoro. Sanchez, insieme a Vidal il migliore dei suoi, castiga gli avversari e solleva ombre minacciose sulla squadra di casa, che comincia a sentire la partita come una sfida che si protrarrà fino all'ultimo minuto. E forse oltre.

E così è. Tanto che, ad una manciata di secondi dalla fine del secondo tempo supplementare, quando il disgraziato e sfigatissimo Pinilla centra in pieno la traversa come se il Destino avesse già deciso il da farsi, dal tavolo del ristorante cinese sono partite maledizioni su maledizioni rispetto al favoritismo che anche al cospetto dei massimi sistemi - e non parlo degli arbitri - il Brasile pare avere avuto fino ad ora.
Lo stesso Pinilla, perseguitato da una nuvola fantozziana, sbaglia anche uno dei tre rigori falliti clamorosamente dai cileni, rendendo vani i due errori brasiliani e, di fatto, aprendo la strada dei quarti ad una squadra che di favorita ha poco o nulla. Onestamente, spero che il dal sottoscritto sempre più detestato Neymar e soci possano fornire una prestazione simile il prossimo venerdì contro la Colombia, in modo da porterli vedere tornare a casa in lacrime e non alzare le braccia per formare i loro ridicoli cuoricini finto buonisti.

E proprio la Colombia sbarca per la prima volta tra le best eight di un Mondiale grazie a due reti - la prima assolutamente strepitosa - del suo asso James Rodriguez - mi ripeto: un nome, una garanzia - liquidando senza neppure troppo affanno la pratica Uruguay: la Celeste, priva dello squalificato Suarez, di idee ed energie - e noi avremmo fatto anche peggio - abbandona un Mondiale che è stato l'ombra di quello giocato da protagonisti nel duemiladieci.
Ora i Cafeteros se la vedranno con i favoriti numero uno, nella speranza che la loro corsa non si fermi e che renda giustizia ad una squadra fresca e ricchissima di talenti - molti dei quali militano nel nostro campionato, su tutti Cuadrado, autore di un assist con i fiocchi per il secondo gol di Rodriguez -: venerdì, dunque, casa Ford ed il Saloon diverranno colombiani d'adozione, coltivando il pensiero che questo debba essere il Mondiale delle sorprese e delle outsiders.
Anche quando riservano emozioni da assoluti protagonisti, come quelle dispensate dal giovane, sorprendente James.
MrFord


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