ROMA – Polenta e salsicce, mezze maniche cacio e pepe, bucatini all’amatriciana, supplì, arancini, wurstel, fritto di verdure, un panino con la nutella, un cono gelato da tre gusti e panna. Questa è la dieta anti-obesità. Un paradosso? Sì può darsi, ma ricerche hanno dimostrato che ovviamente diminuire la quantità di cibo è il primo passo. E’ ovvio che 70 grammi di bucatini all’amatriciana sono meglio di 200.
I ricercatori in passato di sono lasciati alle spalle un buon numero di fallimenti. Non c’è da stupirsi, dunque, se parte da una generale sconfitta (dieci anni fa in Italia le persone obese erano 75 su 1000 oggi sono 100) la nuova lotta ai tanti chili di troppo. All’obesità che, da noi, affligge oltre il dieci per cento della popolazione. Le vecchie strategie non hanno avuto un gran successo. La chirurgia ha portato a casa dei buoni risultati ma c’è una buona fette di oversize che non vuole entrare in sala operatoria. E vuole provare nuove strade per ridimensionare un corpo affaticato dalle maratone di cibo.
La ricerca del Consejo superior de investigaciones cientificos spagnolo rivela che per perdere decine e decine di chili non si deve mai rinunciare ai quattro pasti al giorno, c’è il metodo a dieta libera (molti alimenti a volontà) che lavora sul riconoscimento dei momenti a rischio fame e lo sviluppo della resistenza all’impulso a mangiare (scompare dopo 20 minuti), c’è lo slogan di tutte le società scientifiche contro l’obesità che suggerisce “Non divieti ma scelte consapevoli” e c’è la costruzione di una dieta su misura in cui riescono a convivere la pasta all’amatriciana, i supplì e anche la pizza bianca con la mortadella.
“Ci aggiungiamo anche uno o due bicchieri di vino al giorno – spiega al Messaggero Pietro Antonio Migliaccio, Presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione – quando il paziente confessa di non poterne proprio fare a meno. La persona obesa come quella che deve buttare giù un bel po’ di chili segue una dieta per sette-dieci giorni e poi smette. Scappa dalle regole. Bisogna pensare ad un regime etico per chi deve mettersi a dieta e per noi nutrizionisti. No alle privazioni sì alle concessioni”.
Da qui la costruzione di un equilibrio calorico che tra leva e metti nell’arco della settimana permette di mettersi a tavola davanti ad una scodella piena piena di fagioli, pasta e cotiche. Lui non deve superare le 1800 calorie al giorno, lei 1600.