Prima di allora c’erano solo le balere oppure i night club, con musica dal vivo e suonata dalle orchestre. Le discoteche e la figura dei Dj nacquero in quel periodo come una realtà nuova, creativa ed innovativa, decisamente di rottura con le mode e gli schemi precedenti.
Fu seguendo questa evoluzione, proprio come si segue una strada intrapresa o come si segue la scia del proprio vento che Celeste approdò alla famosissima ed esclusiva “Baia degli Angeli”, noto ed innovativo locale sulla costa adriatica a strapiombo sul mare ed assolutamente unico nel suo genere. Per lei, questa fu la scoperta di una nuova scena, di un nuovo palco dove esibirsi che possedeva tutti i requisiti di un autentico set hollywoodiano. La “ Baia degli Angeli” era veramente tale e per giunta il locale era frequentato addirittura dalle stars di Hollywood, che qui sostavano durante il loro soggiorno in Italia e che si univano e si mescolavano ai numerosi giovani provenienti da tutta Europa.
All’interno vi erano ambienti eleganti, importanti e sfarzosi. Ovunque dominava il bianco in cemento, impreziosito qua e là dalle gigantesche fotografie della bellissima Marylin Monroe, così come Andy Worhol l’aveva voluta vedere. Scelta più appropriata ed indovinata di questa non poteva essere, in quanto anche la Baia proprio come Marylin ebbe e conobbe un destino relativamente breve, ma che fu comunque folgorante e fulminante, lasciando poi una traccia indelebile in coloro che vi si erano avvicinati e addentarti.
Sempre all’ interno, due piscine, circondavano la pista da ballo, mentre un’altra piscina era sottostante ad una passerella in cristallo, sulla quale ovviamente si poteva anche ballare.
La consolle, con la figura davvero mitica ed innovativa del Dj, era all’ interno di un ascensore che saliva sempre all’interno del locale, per poi affacciarsi infine su un’altra pista all’esterno e adiacente alla piscina. Si poteva in pratica ballare sull’acqua, anche senza bagnarsi. Veramente spettacolare, da incanto.
Vi era anche un negozio di abbigliamento che si chiamava : “Happy Fashion” a conferire un tono davvero glamour al già molto glamour locale. Numerosi gadget confermavano la fama e la popolarità del locale. Il notissimo angioletto era il suo marchio, stilizzato in un cerchietto rotondo con due minuscoli puntini al posto degli occhi ed una semplice linea curva stilizzata al posto del sorriso.
Sopra al rotondissimo cerchietto del volto, un ovale in linea orizzontale dava una forma perfetta all’aureola. Un microfono e due cuffie stilizzate, facevano calare l’angioletto dall’alto sulla Baia, che pur sempre in alto era collocata, in quanto sorgeva su un colle. Infatti, a conferma di ciò, dietro al cerchio e all’ovale sovrapposti e stilizzati che raffiguravano il volto e l’aureola, spuntavano due triangoli, anch’essi stilizzati, a rappresentare il monte di Gabicce a strapiombo sul mare. Posizione questa, geograficamente parlando, strategica ed assolutamente unica che conferiva al locale un’ atmosfera ancora più magica e rara.
Prima della Baia i Dj dovevano “mettere sù” i dischi, semplicemente, uno dopo l’altro. Alla Baia invece si rivoluzionò tutto e qui i Dj compirono autentiche innovazioni, sovrapponendo uno o più brani, mixando i pezzi ed esprimendo così la loro abilità e sensibilità sia artistica che acustica, nonché prontezza nel cogliere le minime variazioni e congiunzioni di pause e tempi, fra un suono e l’altro.
Metterci del proprio fu la vera rivoluzione e la vera innovazione. Qui i Dj divennero dei veri artisti capaci di giocare magistralmente con i dischi, avventurandosi , a volte anche arditamente, nella ricerca di nuove tecniche e combinazioni del suono. La Baia era il luogo adatto per questo, perché qui tutto era e voleva essere nuovo: dalla musica alle luci, dagli spazi fino anche agli orari.
Fu infatti il primo locale in Italia a rimanere aperto fino alle prime luci dell’alba, fino alle ore 6 del mattino. Per i tempi di allora questa fu una enorme rivoluzione ed una strepitosa innovazione. Tutti gli altri locali chiudevano ancora alle ore 1 o al massimo alle ore 2 della notte. Inoltre la musica che si ascoltava e che si ballava alla Baia era veramente musica nuova: i lenti erano assenti e i dischi venivano direttamente e rigorosamente importati dagli States, in anticipo su quelli che sarebbero stati i loro tempi di diffusione a livello mondiale.
Un’ altra figura di Dj notissima e meritatissima fu Daniele Bandelli, scelto da Bob e Tom per sostituirli allo scadere del loro contratto presso la Baia. Daniele Bandelli, prima della Baia, si esibiva al Tabù Club di Cattolica. Parallelamente a Bandelli giunse alla Baia degli Angeli anche Claudio Rispoli, in arte meglio conosciuto come Dj Mozart. Insieme iniziarono una grande avventura alla Baia degli Angeli.
Era quello il periodo della Disco Music e del Philadelphia Sound e la musica era ancora divisa in due colori: una musica bianca ed una musica nera. Con Daniele Bandelli alla Baia, si realizzò un’ennesima rivoluzione poiché proprio qui nacque il suo “Africanismo“, realizzato ed attuato attraverso la musica del “Bolero di Ravel“.
Bandelli possedeva, in qualità di Dj, un’abilità musicale unica nel mixare la musica bianca con la musica nera. Bolero ricordava le note trionfali dell’Aida, tale quale la Baia fosse stata l’Anfiteatro dell’ Arena di Verona. Anche la scenografia della Baia degli Angeli era per certi versi simile all’Anfiteatro dell’Arena di Verona ed era ugualmente intrisa di grande e vellutata magia.
La Baia degli Angeli era un luogo assolutamente inconsueto per l’epoca e poteva reggere il confronto solo con un altro notissimo locale al mondo che era il famosissimo Studio 54 in New York City.
Musicalmente parlando, la tendenza punk stava già sfumando e nelle discoteche iniziava a regnare un clima da “Saturday Night Fever”, il film che aveva incoronato John Travolta davanti al mondo come il più talentuoso ed il più sensuale, nonché il più abile ed efficace dei ballerini. Consegnati entrambi all’eternità, sia gli Angeli della Baia che le Febbri del sabato sera di John Travolta.
Written by Rosetta Savelli