Salvador Dalí a Montmartre

Creato il 11 novembre 2011 da Witzbalinka

C’è qualcosa di sconvolgente nel carattere di Salvador Dalì che impregna con un’ombra d’inquietudine tutto il suo lavoro. Questo esibizionista nato, che fece della sua vita uno show mediatico, era allo stesso tempo timido e forse perfino introverso. Sebbene questo instancabile esploratore degli abissi dell’incoscio si sia dedicato con tutto sé stesso, fin da giovanissimo, ai libri d’arte, la sua genialità si espresse attraverso la sua celebre ansia di provocazione. Precursore delle performance moderne, trovò un ambiente propizio nella Parigi effervescente del periodo tra le due guerre.

Nonostante la sua educazione elitaria (non c’è bisogno di ricordare in questa sede i nomi con cui condivise le inquietudini giovanili), o a causa di questa, Dalì si sentiva soffocare negli ambienti accademici di Madrid dell’inizio del secolo. Il giovane Salvador possedeva già un’anima (la parte incoscia, oscura e femminile della psiche maschile) che lo spingeva costantemente verso nuove scoperte. Per questa ragione non sorprende che, subito dopo aver pronunciato la famosa frase nell’Accademia (¨Nessuno dei qui presenti ha talento sufficiente per esaminarmi¨, citandolo liberamente) sia andato a vivere a Parigi, centro intellettuale e artistico dell’epoca.

Dire che Parigi nei primi decenni del XX secolo fosse il punto d’incontro di scrittori, pittori, scultori, cineasti ed intellettuali di tutto il mondo è dir poco. Nei quartieri bohemi della capitale francese si davano appuntamento tutti coloro che oggi occupano interi capitoli di storia. Parigi era un centro d’attrazione di per sé, e quanto più numerosi rispondevano al suo richiamo, tanto più facilmente si stabiliva il suo potere artistico. E così, alla fine del 1929 il giovane Salavador Dalì si reca nella capitale francese, dove entra in contatto con il gruppo dei surrealisti. Qui conosce la sua futura moglie, compagna e musa, Elena Dmitrievna Diakonova, che è passata alla storia come Gala. Di origine russa e sposata con il poeta surrealista Paul Éluard, si trasformerà nell’incarnazione dell’anima ferita di Dalì.

Ed è a Parigi, in pieno Montmartre, il quartiere degli artisti (ancora oggi) che si trova lo Spazio Dalì, che, sebbene sia un museo, non porta questa denominazione. Concepito come mostra permanente, vi sono esposte sculture, dipinti, disegni, fotografie e documenti che illustrano il passaggio di Salvador Dalì a Parigi. Se in un primo monento furono la città e gli artisti che vi risiedevano a influenzare la cosmovisione, e quindi l’espressione artistica, del giovane catalano, con l’andare del tempo il geniale pittore è diventato fonte d’ispirazione per nuove modalità artistiche, ed ha anche condizionato (questo sì, in forma inconscia) questo spazio situato al numero 11 della Rue Puolbot. Questa istituzione conta tra l’altro con l’appoggio di due gallerie della zona. E così il fortunato viaggiatore dalle buone finanze potrà persino comprare qualche opera di Dalì. L’Espace Montmartre Dalí si trova vicinissimo ai cafè bohemi preferiti dagli artisti del periodo tra le die guerre. Vi lascio qui il link con le informazioni pratiche: http://www.daliparis.com/e un video di un generoso viaggiatore.

Candela Vizcaíno


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