Salvate il soldato Bonsi

Da Romina @CodicediHodgkin
venerdì, 18 febbraio 2011

Salvate il soldato Bonsi

Dato che so perfettamente che molti di voi avranno trascorso notti insonni temendo per le sorti del mio Ficus Bonsai, vi aggiorno circa le sue condizioni.
Sabato scorso l'ho caricato in macchina e l'ho portato, oramai praticamente nudo, al vivaio, dove mi hanno fatto parlare con la vivaista guru in materia di bonsai.
Mentre lei lo guardava, io le spiegavo la situazione e mi lanciavo in una serie di ipotesi diagnostiche:
"E se avesse dei parassiti? E se nell'acqua che gli do ci fosse troppo calcare? E se avesse troppa poca luce? E se ne avesse troppa? E se il vaso fosse troppo piccolo? E se le radici fossero scoperte? "
"E se stessi zitta un attimo?!"
"Ok."
"Come ti regoli con le innaffiature?"
"Bhe, il bonsai è un regalo di mio padre e il vivaista dal quale lo ha comprato gli ha detto di riferirmi di dargli poca acqua e di nebulizzare le foglie..."
"Cosa intendi con poca acqua?"
"Bhe, quello che si legge anche su internet...ogni 10-15 giorni..."
"Assassina"
"Prego?"
"Io non so chi è che ti abbia detto di dargli acqua ogni dieci giorni ma non mi pare che i risultati siano ottimali, no? Negli ultimi giorni ha fatto più caldo, scommetto che tu hai tenuto comunque i termosifoni accesi, vero?"
Non so come mai, ma mi sentivo vagamente inquisita. Anche un pò inquieta. E pure inquietata.
"Hem...si, i termosifoni li accendo ancora."
"C'era da aspettarselo."
"Ma...quindi? Qual è il problema?"
"Qual è il problema?! E'secco!! Ha subito uno shock termico!! I bonsai sono delicatissimi, richiedono attenzione, e tu non sei stata attenta!"
Momenti mi metto a piangere. Mi sono sentita un verme.
"No, ma io sono stata attenta, mi sono attenuta alle istruzioni, istruzioni sbagliate, ok, ma ho fatto tutto quello che pensavo di dover fare!"
La vivaista - guru mi guardava come un giudice per i minori potrebbe guardare una madre che ha dimenticato il figlio al supermercato. Mi sarei sotterrata. Magari sotto il bonsai.
Scuotendo la testa mi guarda e mi fa:
"Senti, facciamo così. Io ti do un concime a base di azoto. Tu, un giorno si e uno no immergi in acqua fino al bordo del vaso il bonsai. Hai capito? Un giorno si e uno no. L'acqua deve arrivare fino a qui, lo vedi il bordo del vaso? Qui!"
"Ok, un giorno si e uno no, con il concime. Ok. L'acqua fino a qui."
"Ah, e non ti azzardare a nebulizzare le foglie. Anche volendo, non lo devi fare con uno spruzzino qualunque. Hai capito?"
"E se vedi che non migliora, portamelo di nuovo e lo tengo io una decina di giorni."
Vi giuro che era veramente un sacco di tempo che nessuno mi mortificava così. Ventilava l'ipotesi di ricoverarmi il bonsai!! Vi rendete conto?! Guardavo il bonsai e mi veniva da abbracciarlo e chiedergli scusa.
Per dimostrarle che non sono proprio una sciagurata ammazza-piante ho preso anche una calancola e una violetta africana (che a me pare tale e quale a tutte le violette che ho visto in vita mia, ma questo alla guru vivaista non l'ho detto).
Fatto sta che da oramai alcuni giorni ho iniziato la terapia d'urto su Bonsi. Continuo a parlarci e sono sicura che mi ascolta.
Stringo i suoi rametti tra le mie mani e gli faccio coraggio: "Dai Bonsi, resisti. Devi essere forte. Devi pensare a guarire. Guarda che bravo che sei: ti trovo proprio meglio. Sai cosa facciamo? Se un giorno avrò una casa più grande, attaccherò al muro una bella mensola dove tu potrai fare sfoggio della tua bellezza. E magari avrai anche dei fratellini...ti piacerebbe un ciliegio bonsai per amico? Oh, Bonsi, scusami. Io pensavo di agire nel tuo interesse, invece ti ho quasi ucciso. Potrai mai perdonarmi?!"
Bonsi è un tipo di poche parole...si sa che gli orientali non si perdono in chiacchiere.
La sua risposta è con i fatti, non con le parole. Sta mettendo piccole foglioline nuove. Sono piccole piccole e devo stare molto attenta in questa fase perchè potrebbero seccarsi con niente. E poi, i rametti stanno tornando ad essere chiari come prima...


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