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Salve, vi presento Derrick Rose: se son “ROSE” fioriranno. E pare proprio di sì

Creato il 16 febbraio 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Vorrei raccontarvi una storia, così come gli è successa, una storia che a molti può sembrare comune ma che in realtà non lo è: vorrei parlarvi di Derrick Rose, playmaler titolare dei Chicago Bulls –attualmente detentori del miglior record ad est per vittorie-sconfitte 23-7 nonchè possibili candidati per il titolo NBA di quest’anno.
Ma tutto, sì TUTTO, dipende da lui ed ora vi spiego perché.
Anche Derrick Rose, come Lin –fenomeno mediatico esploso nelle ultime settimane in casa New York Knicks, è un giocatore classe ’88; nato a Chicago e, da buon nativo della “Windy-City”, sin da piccolo appassionato di basket in generale e di “HIS AIRNESS MJ” in particolare: le interminabili giornate passate a giocare nei playground dell’area sud di Chicago dove è cresciuto insieme ai suoi fratelli, hanno fatto sì che si piccolo “Pooh, soprannome datogli dalla nonna per la sua corporatura robusta e il suo colore un po’ giallastro –si Pooh come Winnie The Pooh, l’orsetto- diventasse il D-Rose di adesso.
Le sue cifre son impressionanti sin dai tempi della High School (la Simeon Career Accademy) dove gioca dal al 2007 vestendo la maglia #25: Rose scelse il 25, rinunciando al 23 del suo giocatore preferito Micheal Jordan, per onorare la memoria di un ex giocatore, e suo amico, ucciso in una rissa tra gang. Nel suo anno da Rookie manda a referto 18.1 pt di media a partita arrivando a toccare i 25.2 nel suo ultimo anno, da Senior: con Rose la Simeon è diventata la prima squadra a conquistare due titoli consecutivi.
Le sue prestazioni fuori dal comune gli valgono la chiamata, nel 2008, da parte dell’Università di Memphis allenata dal -ben noto a tutti gli appassionati di basket- John Calipari: lì Rose cambia il suo numero di maglia prendendo il tanto desiderato #23. La prima –ed unica, considerando che nell’Aprile dello stesso anno si dichiara elegibile per il Draft NBA- stagione giocata vestendo la maglia dei Memphis Tiger conferma quanto di buono aveva già fatto alla High School: 26 vittorie e 0 sconfitte per la squadra di D-Rose in avvio di stagione ed un titolo sfiorato nelle finali giocate vs. la famigerata UCLA.
Inutile dire che, non appena dichiaratosi eleggibile, viene draftato dai Chicago Bulls come prima scelta assoluta; non delude affatto e diviene ben presto l’idolo delle folle –primo rookie dei Bulls ad aver segnato più di 10 pt nelle prime 10 partite: è in quello stesso anno che viene premiato come Rookie of the Year.
Trascinatore sin da subito, Rose eguaglia il record di Kareem Abdul-Jabbar, per punti segnati da un rookie al debutto nei play-off: 36 quelli mandati a referto nella prima uscita vs. i Boston Celtics. Come tutte le belle storie però ci deve essere qualche ostacolo lungo il cammino e quest’ostacolo Rose lo incontra ben presto all’inizio del suo secondo anno NBA: un infortunio ad una caviglia che lo costringe, insieme a quello al polso, a saltare 4 gare influisce negativamente sulle sue prestazioni, rallentando sensibilmente i suoi movimenti in entrambe le metà campo -partecipa però all’All-Star Game per la prima volta grazie alla grinta ed il carattere dimostrato in tutta la stagione e durante il PlayOff.
L’anno successivo –vale a dire la scorsa stagione- è l’anno della consacrazione: il 27 gennaio 2011 viene scelto come playmaker titolare nel quintetto base per l’All-Star Game 2011 di Los Angeles. È la prima volta dai tempi di Michael Jordan, che un giocatore dei Bulls parte titolare in un All-Star Game.
Nella stessa stagione, le sue prestazioni porteranno Chicago ad un record di 62-20, il migliore dell’intera lega, che gli varranno successivamente il titolo di MVP della stagione, diventando, a 23 anni non ancora compiuti, il più giovane della storia della NBA.
Di partita in partita il giovane Derrick Rose migliora le sue statistiche stabilendo nuovi “career highs” a tempo di record: i 36 pt vs. i Pacers diventano ben presto 42 e poi i 46 vs. Altanta.
Nei Play-Off nulla possono i suoi Bulls nella serie con i Miami Heat: tirando però fuori tutta l’umiltà di cui è dotato –che è la virtù che gli ha consentito di arrivare dove è arrivato- Rose ha comunque affermato di aver fiducia nella sua squadra e nei suoi compagni e tutte le sue speranze sono riposte in questa stagione 2012.
Quest’anno è riuscito a strappare un super-contratto da 94 milioni di dollari rinnovando con i Bulls per altri 5 anni a Chicago per “dar vita ad una nuova dinastia”.
Un infortunio alla schiena lo stà putroppo tenendo lontano dal parquet in queste ultime gare (già 7 le partite che la stella di Chicago ha saltato per questo motivo) ma si è comunque è guadagnato il posto da titolare nel quintetto della Eastern Conference che gli è valso dunque la terza convocazione consecutive per l’All-Star Game.
A Chicago, con l’avvento di Michael Jordan, cambiò qualcosa e cambiò per sempre: un modo di intendere il basket completamente diverso da com’era stato vissuto fino ad allora. E adesso che Chicago ha nuovamente una squadra da titolo, e Rose non può che essere considerato il pilastro portante di un grande progetto.
A questo punto manca solo il titolo…

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Derrick Rose, Ray Allen

Orlando Magic vs. Chicago Bulls

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Milwaukee Bucks v Chicago Bulls


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