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Il modo più diffuso per assumere la Salvia Divinorum oggi è fumarla. Da sola o mischiata con il tabacco arrotolata in una cartina. in alcuni casi però il principio attivo viene separato dalle foglie con l'aiuto di
acetone che successivamente viene lasciato evaporare, l'assunzione così avviene a livello sublinguale e, dato che la quantità di salvinorin A è grandissima, gli effetti sono potentissimi. Come per qualsiasi droga, le sensazioni legate al suo utilizzo sono molto personali in quanto legate alle percezioni sensoriali di ognuno, tuttavia, grazie alle testimonianze di chi l'ha usata almeno una volta nella vita è stato possibile riscontrare episodi ricorrenti. Innanzi tutto pare che si verifichi una qualche divisione tra corpo e spirito, dove entrambi è come se perdessero la propria identità e può capitare di rivivere esperienze passate, di ritrovarsi in più luoghi nello stesso momento o addirittura di vedere il proprio corpo da fuori. Gli effetti (che durano tra i 10 e i 30 minuti) sono praticamente di una certa intensità e, stando sempre alle persone che l'hanno provata, sembra che la maggior parte della gente non ripeterebbe più tale esperienza.
La Salvia Divinorum è una pianta che si moltiplica per talea, infatti tutte le piante ad oggi ottenute sono il frutto delle talee raccolte da Hoffman e Wasson che l'hanno introdotta negli Stati Uniti negli anni Sessanta. Particolare interessante da non tralasciare, sta inoltre nel fatto che i semi sono prodotti rarissimamente e hanno in più una scarsissima germinabilità. I semi di Salvia Divinorum pertanto non sono reperibili da nessuna parte e l'unico modo per poterla coltivare è procurarsi appunto una talea. Se riuscirete nella vostra impresa, sappiate che quasi sicuramente incapperete in una di quelle note come "clone di Wasson", cioè una delle talee della medesima pianta che sono state distribuite in tutto il mondo. Poiché allo stato selvatico però questa salvia un po' speciale non è stata mai ritrovata, ancora oggi alcuni studiosi non sanno dire se si tratti o meno di un ibrido.
La talea della Salvia Divinorum è costituita dalla parte mediana dello stelo, questo deve essere naturalmente piantato nel verso corretto perché si possano sviluppare le radici, ma dato che stabilirlo non è semplicissimo, Daniel Siebert (colui che studiò per primo gli effetti allucinogeni della pianta) ha dimostrato che basta appoggiarlo orizzontalmente su un terriccio ricco e bagnato situato in una zona umida. Infatti, poiché originaria del Messico, si sviluppa principalmente in un clima umido, perciò per far crescere e radicare una piantina di Salvia Divinorum è molto importante riuscire a ricreare tale condizione. Utile allo scopo può essere, per esempio, un vecchio acquario in disuso: dopo averlo accuratamente pulito eliminando ogni residuo, basterà procurarsi un vetro che possa fare da coperchio e uno spruzzino con acqua distillata, sarà infatti quest'ultimo che, utilizzato quotidianamente, garantirà il grado di umidità necessario alla fragile talea. Una volta messe le radici sarà possibile trasferirla in vaso (un vaso per ogni talea, di plastica), curarsi che il terriccio sia drenato e che le radici siano del tutto coperte. Non annaffiare troppo.
Fu nel 1993 che Daniel Siebert sperimentò su di sé 1 mg di "salvinorin A", scoprendo così che era proprio quella la sostanza psicoattiva della Salvia Divinorum. Tale sostanza è il più potente allucinogeno presente in natura ed è veramente facile immaginare che questa scoperta fece scalpore. Classificata quindi come droga, molti Paesi iniziarono a rendere il commercio e la coltivazione della pianta illegali, il primo fra tutti fu l'Australia nel 2002. In Italia la Salvia Divinorum divenne effettivamente illegale il 7 marzo del 2005, quando, sulla "Gazzetta Ufficiale" N.54 fu pubblicato il Decreto dell'11 gennaio 2005 che inserisce la "salvinorin A" nella Tabella I delle sostanze psicotrope. Tuttavia vent'anni fa circa, partendo dal 1992 in Olanda, poi in Inghilterra, in Germania, fino al 1999 in Italia, iniziarono a nascere gli "smart-shop"; cioè negozi in cui si potevano comprare le cosiddette "smart-drug" (droghe leggere) tra cui la Salvia Divinorum appunto, nel nostro Paese, fino a qualche anno fa, erano alcune decine, sparsi per tutto il territorio.