Salviamo gli asini brasiliani!

Da Brasilitalia
o de alimentos específicos e assistência técnica.

fonte: Jornal do Comercio

GEAPRESS – Chissà se arriveranno anche in Italia sotto forma di salami finti doc. Di certo anche in Cina si mangia asino e stante quanto riportato dai mass media brasiliani, ancora di più avverrà nel futuro. Trecentomila, se tutto andrà secondo l’accordo commerciale che si starebbe per concludere. Trecentomila asini stipati nelle navi. Dal nord est del Brasile, fino alla Cina, dove si aggiungeranno al milione e mezzo che già ogni anno viene allevato o importato (specie dall’India e dallo Zambia) per essere macellato.

Gli imprenditori cinesi si sono già incontrati con allevatori e politici locali. Avrebbero già concordato un buon prezzo di mercato che servirà a rifornire il programma di miglioramento genetico finalizzato alla produzione alimentare. Prima dei coltellacci dei macellai, però, un lungo viaggio in nave.

Gli animalisti brasiliani ricordano però come da tempo nel loro paese non attraccano più navi negriere. Il trasporto degli asini non avverrà, dicono gli animalisti, in condizioni molto dissimili. Stipati in spazi angusti e con il rischio di morie di massa.

Fine tremenda per un animale timido e gentile come il mite asinello. 

fonte: GeaPress

So che non posso cambiare il mondo, né tantomeno evitare la morte e la sofferenza di tutti questi animali, ma mi piacerebbe che qualcuno potesse fare qualcosa di concreto e evitasse, perlomeno, di mandare questi asini in Cina, lasciandoli vivere e morire nel loro caldo Brasile.

Save the donkeys!


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