Salviamo la Libia

Creato il 15 settembre 2011 da Dragor

    Il capo del CNT Mustafa Abdel Jalil  ha detto che “la Libia sta andando verso un islam moderato”. Ma dov’è la moderazione?  Questo è un colpo di Stato. Non è ancora stata scritta la nuova Costituzione, non sono ancora state votate le leggi, non è ancora stato formato il governo e il signor Mustafa vuole già imporre il suo credo come strumento di potere. Se questa è moderazione, io sono un cinese.  

 Anche quando si definisce “moderato”, l’islam è totalitario. Non è solamente una religione ma un’idea politica, perché il suo fine ultimo è l’instaurazione della Sharia, la legge islamica. Per l’islam lo Stato e la religione sono la stessa cosa. Uno Stato laico è blasfemo, perché l’unico Stato concepibile è quello religioso, una teocrazia fondata sulla Sharia. Questo spiega perché, ovunque siano presenti comunità islamiche, è in corso un braccio di ferro con il governo qualora la Sharia non sia ancora in vigore. Più la comunità è numerosa, più aumenta la pressione. In Marocco il buon re Mohammed VI  è costretto a governare con il polso di ferro perché il paese conservi una parvenza di laicità. La Tunisia è paralizzata perché si sa che le elezioni democratiche porterebbero al potere Ennahda, il partito islamico, che cancellerebbe ogni forma di democrazia. L’Algeria è costretta a mantenere una dittatura militare per tenere a freno gli islamici del FIS, Fronte Islamico di Salvezza, che nel corso degli anni con la loro jihad hanno ammazzato 300.000 persone e continuano ad ammazzarne, spesso sgozzandole come prescrive il Corano. L’Egitto è paralizzato come la Tunisia, perché sa che le elezioni porterebbero al potere i Fratelli Musulmani, una potente setta di islamisti ortodossi che proclamerebbe la Sharia senza pensarci 2 volte. In Palestina gli islamo-fascisti di Hamas hanno imposto la Sharia a Gaza e contrastano ogni tentativo di fondare uno Stato palestinese. Nell’Africa subsahariana gli islamisti somali Shabab, dopo avere messo la Somalia a ferro e fuoco,   gettano bombe in Rwanda, in Burundi, in Uganda e in Kenya come rappresaglia contro l’invio in Somalia di truppe per il mantenimento della pace, mentre in Nigeria i gli islamici scannano i cristiani e in Sudan fino a poco tempo fa i cristiani venivano allegramente massacrati. In Turchia, quel bigotto di Erdogan sta facendo rientrare dalla finestra tutto quello che Kemal Ataturk aveva cacciato dalla porta, infischiandosi della Costituzione del 1924 che separa lo Stato dalla religione. In Iraq sciiti e sunniti si fanno saltare in aria ogni giorno a 50 per volta perché i primi vorrebbero soltanto il Corano mentre i secondi gli affiancano la Sunna con tutti i suoi hadith. In Cecenia gli islamici fanno la jihad contro la Russia, spedendo donne kamikaze nei teatri e nel metro. In Afghanistan i talebani cercano di  proclamare la Sharia con bombe e kamikaze, come se il governo non fosse già abbastanza bigotto. In Pakistan, dove negli ultimi 10 anni le jihad islamiche hanno fatto 30.000 morti, i talebani combattono con bombe e kamikaze contro il governo “laico”  e contro i sunniti.  In Cina gli islamici Ouighour si sono sollevati contro il potere centrale perché vogliono la Sharia. In Malesia gli islamici del Moro fanno una sanguinosa jihad  contro il governo e sconfinano in Thailandia. In Europa le comunità islamiche premono per conquistare più spazio, costringendo i governi a un continuo braccio di ferro. A Londra, Birmingham e in altre città, la Sharia è stata proclamata in vari quartieri e i tribunali islamici si sono sostituiti a quelli dello Stato. A Copenaghen  a Malmoe, a Goteborg gli islamisti hanno cercato di proclamare la Sharia, scatenando guerriglie e bruciando decine di macchine. E tutto questo senza contare il terrorismo islamico internazionale di Al Quaeda che 10 anni fa ha privato New York delle Twin Towers (per la verità mi ha fatto un piacere, non le potevo soffrire) e costringe la gente a estenuanti controlli negli aeroporti e nei musei.

   Per questo è giunto il momento di instaurare un’inversione di tendenza. Basta con l’accettazione passiva, basta con la soggezione ai tabù. Le velleità politiche dell’islam vanno soffocate sul nascere. Facciamo della Libia il nostro banco di prova. Diciamo a Mustafa:” La tua religione vai a fartela in moschea. La nuova Costituzione libica dev’essere laica. E deve proibire i partiti d’ispirazione religiosa, perché la religione non c’entra niente con la politica. Non abbiamo cacciato Gheddafi per dare spazio all’islam. La Sharia te la puoi scordare. Vogliamo una Libia libera, laica e democratica.” Ecco quello che dovremmo dire al bigotto. Salviamo la Libia!

   Dragor


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