La scrittrice Salwa Bakr ha parlato ad alcuni studenti delle donne e la letteratura araba, iniziando con gli anni ottanta, quando “Ogni giorno potevi aprire la finestra e trovare un’autrice intenta nello scrivere un nuovo libro”:
“Quando ho iniziato a scrivere, le persone mi chiedevano chi avesse scritto i testi per me”
Nel corso di un incontro presso il CASA (il Center for Arabic Study Abroad) dell’Università Americana del Cairo, Salwa Bakr, importante autrice e critica egiziana, ha esplorato le sfide che le scrittrici devono affrontare. “Una domanda come questa riflette il tipo di scrittura che la società si aspetta venga prodotta dalle donne”, ha detto.
Salwa Bakr è conosciuta per i suoi ritratti di vita personale delle donne e della classe sociale meno abbiente dell’Egitto. La sua prima raccolta di racconti, Zinat al funerale del presidente, fu pubblicata nel 1985, e da allora ha pubblicato altre sei raccolte, sette romanzi e una sceneggiatura.
Quattro dei suoi libri sono stati tradotti in inglese, incluso The Wiles of Men and Other Stories, Such a Beautiful Voice, The Golden Chariot, e The Man from Bashmour, che è stato anche elencato tra i migliori 105 romanzi arabi dall’Arab Writers Union.
Bakr è un personaggio passionale, convinta del potere della letteratura di affrontare e cambiare le diseguaglianze sociali. Ha iniziato con l’evidenziare le discrepanze tra gli obiettivi raggiunti dalle donne negli ambiti politico e sociale nell’ultimo secolo, e il ruolo ancora limitato che gli viene riservato in letteratura. Ha celebrato l’ampia partecipazione delle donne nella rivoluzione del 2011, enfatizzando come le donne abbiano preso parte ad ogni epoca della storia egiziana, anche se questo non sempre gli è riconosciuto.
Il dilemma, comunque “è la vecchia idea che le donne creano la vita, mentre l’uomo crea il mondo: alle donne è riconosciuto il proprio ruolo nella gravidanza, nella nascita del bambino e nella famiglia, ma è l’uomo a fare la storia”. C’è una differenza tra la posizione sociale della donna e le aspettative che la società ripone in lei, ha detto Bakr: anche se oggi le donne sono attive in politica e lavorano in molti campi professionali, è socialmente inaccettabile dipingerle come portatrici di un qualsiasi ruolo altro che quello di madre, sorella o figlia.
La responsabilità di questa contraddizione si cela nell’ambiente politico: “Non è soltanto il Salafismo, o la corrente politica Islamica, o i Fratelli Musulmani a deteriorare la situazione delle donne nel mondo arabo. I partiti liberali e laici sono egualmente incapaci di proporre dei nuovi e più avanzati e radicali passi per migliorare la situazione sociale delle donne”.
Bakr spiega come la mancanza di supporto politico sia la ragione per la quale le donne cercano di esprimere queste contraddizioni attraverso la letteratura, specialmente negli ultimi decenni.
L’ondata di scrittrici che è emersa in Egitto e nel mondo arabo nel corso degli anni ottanta ha marcato l’inizio di questa tendenza: “Ogni giorno potevi aprire la finestra e trovare un’autrice intenta nello scrivere un nuovo libro”. Questi tentativi iniziali erano esperimenti di auto-espressione; le donne scrittrici erano spesso di classi sociali elevate, non preoccupate al dare voce ai problemi riscontrati dalla maggior parte delle donne. Il movimento ha ad ogni modo posato le basi per coloro che hanno iniziato a riconsiderare le barriere del sistema contro le donne che volevano esprimere i propri desideri come cittadini nella società.
Per Bakr, scrivere è un atto di giustizia sociale. “Considero la scrittura delle donne un modo di esprimere i dilemmi delle donne stesse”, ha detto, “specialmente nei giorni dei movimenti politici femminili, e specialmente al fine di esprimere le preoccupazioni delle donne che vivono in povertà in paesi poveri come l’Egitto”.
La percezione sociale e critica della donna scrittrice è rimasta una sfida. La maggior parte dei critici sono incapaci di differenziare le donne come scrittrici dalle donne come persone. Alcuni ritengono che i racconti di Bakr siano autobiografici, e che un’autrice sia capace solo di scrivere delle proprie esperienze. Molti ritengono che la scrittura delle donne superi i confini della decenza, criticandole per il voler parlare apertamente delle loro preoccupazioni sessuali. La politica della società e la sua posizione sulle donne definisce i confini della libertà di espressione, che in cambio conduce all’auto censura, specialmente con riferimento alla religione, alla politica e al sesso.
Bakr ha anche contestato la rappresentazione delle donne in letteratura, criticando gli autori e le autrici per aver mancato nel rappresentare i loro personaggi femminili. “In alcuni casi le donne continuano a scrivere da un punto di vista maschile, perché la letteratura a fondamento è quella scritta dagli uomini. Per esempio, quando un’autrice descrive una donna, scrive come un uomo, dicendo “Lei era come una mela, o un fiore”. Come donna, io non noto questi aspetti in altre donne. Direi che il personaggio è intelligente, o eroico, perché non vedo la donna attraverso gli occhi di un uomo, ma attraverso i miei. Non la vedo come un’essenza fisica, o come un oggetto, come la vedrebbe un uomo. Questo non è un problema limitato alla letteratura araba, ma di quella mondiale nel corso della sua storia.”
Al contrario, Bakr quando scrive cerca di presentare la propria prospettiva. “Credo che la donna abbia un proprio punto di vista, diverso da quello dell’uomo, e ciò è naturale e dovuto al contesto ambientale, alla sua educazione ed al suo ruolo nella società. Provo a presentare piccoli dettagli che possono essere irrilevanti per molti, nella convinzione che il punto di vista della donna è diverso”.
Per coloro che cercano di rappresentare buoni personaggi fermminili, Bakr suggerisce The Chrysalis (al-Sharnaka) di Soliman Fayyad, Little Songs in the Shade of Tamara (Taraneem fi Zil Tamara) di Mohammad Afify, e PRINCIPIO E FINE – trad. Olimpia Vozzo – Pironti, Napoli 1994 (Bedaya we Nehaya) di Naguib Mahfouz.
Bakr ha concluso la sua lezione con un pensiero su cosa definisce una buona scrittura e cosa siginifichi essere una buona persona al giorno d’oggi. “Lo scrivere bene è lo scrivere che ti cambia, dove non puoi tornare come eri prima di iniziare; lo scrivere che ti trascina in un posto completamente nuovo. Il ruolo della letteratura ora, in questo momento complicato della storia umana, è estremamente importante. E’ una questione legata al buono e al cattivo. In questo mondo, il buono e il cattivo sono diventati molto complessi. Cosa è buono e cosa è cattivo? La letteratura ci consente – come lettori e suoi destinatari – di affrontare le complessità umane e rispondere a domande difficili come queste. E’ sufficiente essere una brava persona in questo mondo? Non lo è. Abbiamo bisogno di maggiore conoscenza, e per questo abbiamo necessità della letteratura, che ha sempre a che fare con l’umanità ed il mondo. Abbiamo bisogno della letteratura che può condurci in altre regioni della conoscenza, da un mondo ad un altro”.
NOTA i-LIBRI
Di Salwa Bakr in italiano si può leggere:
- una lunga intervista e il racconto "Le pannocchie" in Figli del Nilo. Undici scrittori egiziani si raccontano, a cura di Francesca Prevedello, Mesogea, Messina 2006
- il racconto "Zynat al funerale del Presidente" in Rose del Cairo, a cura di Elisabetta Bartuli, e/o, roma 2001
- il racconto "Tutta quella bella voce che le viene da dentro" in Lo specchio degli occhi. Le donne arabe si raccontano, a cura di Younis Tawfik, Ananke, Torino 1998
- il racconto "Un'occasione per essere felici" in Silenzi. Storie dal mondo arabo, a cura di Isabella Camera d'Afflitto, Avegliano, Salerno 2000
- il racconto "Il telecomando" in Parola di donna, corpo di donna: antologia di scrittrici arabe contemporanee, a cura di Valentina Colombo, Mondadori, Milano 2005
- il romanzo LA LEGGENDA DI ATTIYA, trad. Maria Avino e Ada Barbaro, Jouvence, Roma 2007
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Articolo tradotto dall'originale inglese di Elisabeth Jaquette da Diego Manzetti, in collaborazione con il blog Arabic Literature: originale disponibile al link: http://arablit.wordpress.com/2012/11/18/salwa-bakr-on-women-and-arabic-literature-2/