Samanta Fava, murata in casa del compagno: l’uomo, fermato, si avvale della facoltà di non rispondere

Creato il 22 giugno 2013 da Alessiamalachiti @amalachiti

Il cadavere di Samanta Fava è stato ritrovato Mercoledì murato nell’abitazione di Fontechiari (Frosinone) del compagno, Antonio Cianfarani. Quest’ultimo è stato fermato tre giorni fa accusato dell’omicidio della trentasettenne, che era scomparsa da Sora (Frosinone) un anno fa.

L’autopsia è iniziata Giovedì, ma è poi stata interrotta per analizzare a fondo le radiografie. A seguito degli accertamenti, si sta procedendo al fine di chiarire le cause effettive della morte di Samanta.  Antonio Cianfarani ha incontrato il pm Alfredo Mattei, ma durante l’interrogatorio di garanzia, avvenuto presso le carceri di Cassino, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L’unico commento che ha fatto l’uomo è stato: «Della morte di Samanta, per ora preferisco non parlarne». Cianfarini aveva dichiarato alle autorità, prima del ritrovamento del corpo, che la donna era deceduta per via di un malore durante un loro appuntamento e che il suo corpo era stato da lui gettato nella diga del Liri.

Le forze dell’ordine hanno controllato il luogo, ma non trovando alcuna traccia del cadavere, le indagini si sono concentrate sulle intercettazioni telefoniche. Le celle conducevano a Fortechiari, pertanto sono proseguiti i controlli. Cianfarini era già seguito da tempo, ma è stato grazie all’ausilio dei macchinari dei reparti scientifici e dei cani molecolari, si è reso possibile il ritrovamento del cadavere di Samanta.

Al momento le domande a cui è necessario trovare una risposta sono numerose. Ci si chiede se il corpo della donna fosse stato murato nella cantina della casa di Cianfarini il giorno della scomparsa, il 3 Aprile 2012, oppure se fosse stato nascosto successivamente. Ovviamente, saranno da chiarire anche la posizione dell’uomo e le cause della morte.