Le foto in bianco e nero di solito spogliano gli angoli immortalati dal rumore, dal contorno, rivelandone l'anima, rivelando quel che giace nel suo profondo. Ma l'anima di San Francisco è nei suoi colori: nelle sfumature pastello della ridda delle sue case vittoriane, nelle tinte più accese dei murales nei suoi quartieri messicani, nel rosso mattone delle arcate del Golden Gate Bridge che trapana la nebbia.
San Francisco è colore, è luce.
San Francisco è magia - più o meno letteralmente, dato che, assieme a Londra e Torino, è considerata come uno dei vertici del cosiddetto Triangolo della Magia Nera, composto da città in cui il lato oscuro dell'energia magica pare avere un ruolo preponderante.
Ma, mentre si cammina per le sue strade, in salita e in discesa, con gli occhi curiosi che indagano la fisionomia delle case, persi nella sua aria vintage e bohemienne, la magia che si sente non è oscura.
Del mio girare per Frisco, a piedi, col fiatone, col sorriso, sui tram vintage che fungono da attrazione turistica, o sui mezzi di trasporto pubblico veri, che però non sono molto diversi - è proprio questa: qualcosa di luminoso, di leggero; una giornata di primavera, un po' di sole, di spensieratezza.
La magia c'è - c'è una sfumatura in chiaroscuro fra i pastelli, che gli dà profondità, mistero; qualcosa che ammicca, che ti bisbiglia che i giusti ingredienti già li hai: ti basta solo pronunciare un incantesimo per far realizzare il tuo desiderio.
La magia di San Francisco è tutta nel suo look, nelle sue case: nel loro look eccentrico, da streghe buone, da dame vittoriane un po' folli ma generose, di quelle con cui puoi bere tè oppure assenzio, fare discorsi senza filo logico che finiscono sempre per tirare fuori qualche verità, qualche illuminazione, qualche tassello che ti mancava per capire dove volevi andare.
Queste case sono tutte gemelle diverse: hanno la stessa aria di famiglia ma ognuna segue la propria volontà, la propria inclinazione. Ognuna mostra la propria personalità senza remore, segue la propria ispirazione con spontaneità: se anche noi, anche io fossimo come queste case di San Francisco, quanto sarebbe diversa la nostra vita?
Ciascuna indossa la propria crinolina - ed è sua, cucita su misura per lei: non se ne può trovare una uguale in un negozio, non se ne può trovare una uguale in tutto l'immenso agglomerato urbano di Frisco. Provengono da un'epoca in cui farsi fare un abito era un rituale, una scelta ponderata, la creazione di un pezzo unico e personale.
Chi vive in queste case? Quali storie nascondono?
Avevo voglia di suonare qualche campanello, di chiedere, di farmi raccontare...
Ma ci siamo accontentate solo delle facciate, Tabby Cat ed io, dei colori, degli stucchi e delle volute, dei particolari che le finestre lasciavano trapelare.
Queste case sono un esercito, un plotone. Un esercito di suffragette ribelli che fa la ola lungo i ripidi saliscendi della città.
E, fra di loro, le regine, le più famose, le più fotografate, sono loro, le Seven Painted Ladies - in fila una vicina all'altra, sotto braccio, che si stagliano fiere contro lo skyline di grattacieli. Che, per quanto più alti, più imponenti e potenti, rimangono sempre alle loro spalle, sotto di loro.
Contrasti - e, con essi, bellezza.
Volti moderni e tradizionali, legno ed acciaio, grigio e colore, potere ed anima.
I grattacieli sono distanti, ma è come le circondassero con rispetto, con fare protettivo.
Consapevoli anche loro di quello che è il loro cuore, di che cosa è fatta la loro anima.
San Francisco ha un'altra strana magia, fatta di ripidità, di saliscendi.
Per esplorarla bisogna avere un certo allenamento: se vivessi qua, dicevo a Tabby, avrei delle gambe bellissime. A San Francisco non si cammina, si fanno delle escursioni - ma è mozzafiato (un po' in ogni senso) arrivare su una delle sommità e riuscire ad abbracciare una fetta così larga di panorama: di file e file sinuose di case color pastello, di strade serpentine, di grattacieli, di mare, di colori forti, o tenui, di contrasti, di ricchezza e povertà, magia bianca e magia nera.
I Cable Cars sono attrazioni per turisti, tram d'epoca, in legno e scambi meccanici che sferragliano su e giù per i picchi ripidi del centro, fra le case vittoriane e China Town. C'è una coda infinita per riuscire a salirvi, ma poi è come andare sulle montagne russe, con le gambe fuori a penzoloni o aggrappati ai pali di sostegno.
A volte sulle salite si piantano a metà: devono scivolare indietro in retromarcia per prendere meglio la rincorsa - e poi la discesa è tutta accelerata, euforica come sulle montagne russe.
Lombard Street è l'incantesimo più famoso di questo tipo di magia: uno zig zag sul pavè rosso, curve a gomito che scivolano verso il basso, automobili ferme in coda in quella che pare una processione, una sfilata rituale.
Contrasti, ancora.
Union Square è il cuore della parte moderna di Frisco - quella commerciale, ricca, pulsante di uffici e negozi.
Qua a tratti c'è un allure da anni '20, da gangster e pupe e poliziotti eroici - a tratti invece l'atmosfera è ipermoderna, fatta di acciaio, vetro, di eleganza asettica ed essenziale.
Union Square sembra una piccola oasi in mezzo al brulicare di grattacieli, di lavoro, di XXI secolo. Infatti ci sono anche le palme.
E, infatti, ci sono anche dei cuori...
Ci ritorniamo spesso qua, Tabby Cat ed io.
A sederci fra le palme, a fotografare i cuori.
A mangiare cheesecake, a comprare frutta secca per colazione. A sperare di captare un po' di wi-fi gratuito, a chiedere ad una ragazza che stava leggendo se ci poteva indicare una libreria nei dintorni.
Lei scuote la testa.
Possbile? Non ci sono librerie in centro a San Francisco?
Pare proprio di no.
Ci dovremo inventare noi qualche storia allora.
Non pare difficile qui.
Buttiamo via Trip Advisor, chiediamo alle persone.
Ad un signore che sta andando a fare pilates domandiamo se ci può consigliare una gelateria.
E' nel quartiere italiano, ma è gestita da cinesi.
Titubiamo, un po' diffidenti, sulla soglia.
Ma il gelato è buonissimo.
Ci sono magie bianche e magie nere.
Magie in chiaroscuro ed altre a colori.
Magie che ti capitano o che fai succedere.
Ma ciò che conta, alla fine, è che alla magia tu ci creda.
Se non ci credi, non la incontrerai mai...