(Agriano di Norcia, statua di san Nicola)
Il culto verso san Nicola, Vescovo di Myra e patrono di Bari, in passato doveva essere molto sentito in Valnerina se ancora oggi il sei dicembre questo venerabile viene celebrato come patrono in tre comuni: Monteleone di Spoleto, Scheggino e Cerreto di Spoleto.
Altre chiese che portano la sua titolarità si trovano a Manigi di Cascia, Agriano di Norcia, a Roccatamburo (parrocchiale), a Rocchetta, a Monterivoso, a Castel di Lago, a Orsano e a Schioppo. La chiesa di san Nicola di Meggiano, nel comune di Vallo di Nera, è, invece, ormai solo una testimonianza ridotta a rudere.
A Sellano l'oratorio di san Nicolò di Acqua Premula sorse intorno all'anno Mille e nei secoli passò di mano in mano dai benedettini ai cappuccini.
Protettore delle fanciulle povere in cerca di marito, San Nicola cominciò a essere venerato in Valnerina nel VI secolo a opera degli eremiti provenienti dalla Siria.
Il santo appare sempre nella sua veste di elargitore di doni, di protettore dei poveri e dei bisognosi, tanto da assumere nei Paesi nordici l'aspetto di Babbo Natale, Santa Claus.
A Montelone di Spoleto il 5 dicembre, vigilia della festa, nella canonica il parroco distribuisce a tutti gli abitanti del paese una minestra di farro a ricordo del miracolo che il santo operò quando riuscì a sfamare i poveri donando loro i semi di farro. I Monteleonesi vengono chiamati 'farrari de san Nicola'.
A Scheggino, dopo la Messa, gli abitanti del paese si riuniscono per consumare una cena insieme.
A Cerreto di Spoleto i festeggiamenti prevedono anche spettacoli di piazza. Quest'anno il tema delle rappresentazioni popolari è quello del ciarlatano-cerretano, figura di girovago che curava o illudeva di guarire i malati con le erbe.
A Manigi di Cascia una famiglia aveva il compito di preparare i pani di san Nicola per distribuirli agli abiitanti del paese dopo la benedizione in chiesa.