Provate oggi a sentire tra un canale e l'altro della "città più bella di Russia" l'eco dei versi di Blok e di Mandelshtam o anche soltanto delle note dei Ddt o degli Akvarium, rockettari d'assalto che accompagnarono gli anni della perestrojka.
Difficile cavaer fuori qualcosa dell'anima culturale di San Pietroburgo tra fast-food americaneggianti, boutique italiane, e offerte di gite in battello comprensive di "cena e musica dal vivo".
Per non parlare degli incontri che si possono fare in città nel 2013. Qualcuno con una bislacca divisa da cosacco dello Zar può fermarvi per chiedervi una firma contro l'ennesima rappresentazione di "quel pedofilo di Nabokov" e della sua Lolita.
(da Nicola Lombardozzi, San Pietroburgo, la città dei no, su D di Repubblica)