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San Suu Kyi a Bologna cittadina e laureata in filosofia

Creato il 30 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Il premio nobel per la pace birmano Aung San Suu Kyi ha ricevuto oggi la cittadinanza onoraria di Bologna e la laurea ad honorem in filosofia.

Photo credit: C. GEORGE / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0

Aung San Suu Kyi è da oggi cittadina onoraria di Bologna e laureata ad honorem in filosofia all’Alma Mater. L’assegnazione dei due riconoscimenti onorifici è avvenuta oggi prima in consiglio comunale e poi nell’aula magna dell’Università di Bologna.  Il premio nobel per la pace birmano, 68 anni portati splendidamente, è giunta in mattinata in consiglio comunale, sotto un’imponente scorta, per essere ricevuta dai consiglieri e della giunta comunale, ospite del sindaco di Bologna Virginio Merola, che ha detto di lei: “la sua vita è una storia di coraggio e determinazione. Continueremo a seguire le sue lotte con l’attenzione e l’orgoglio di saperla nostra cittadina. La sua presenza è un evento storico per Bologna”. La cittadinanza onoraria per Aung San Suu Kyi non è di recente ideazione, ma è dal 2008 che la città italiana sperava di poterla consegnare al premio nobel birmano. Gli arresti domiciliari per decenni e le successive restrizioni sugli spostamenti impostegli dalla giunta militare birmana, hanno impedito ad Aung San Suu Kyi di ritirare prima l’onorificenza, che adesso finalmente è stata consegnata, alla presenza di una grande folla, dal sindaco di Bologna.  ”Vorrei utilizzare questa opportunità per lanciare un appello al mondo: pensiamo agli altri così come pensiamo a noi stessi” ha detto Aung San Suu Kyi ricevendo il premio. Il premio nobel ha sempre utilizzato le occasioni pubbliche e di premiazione per lanciare appelli di pace e tolleranza, nonché per impetrare la causa del suo paese, il Myanmar (ex Birmania) verso una difficile strada per la democrazia.  Anche alla cerimonia di consegna della laurea all’Alma Mater di Bologna, Aung San Suu Kyi ha parlato di tolleranza: “nella politica sono molto importanti i mezzi e gli strumenti con cui si ottengono i fini prefissati. In questo è molto importante la pratica morale e spirituale. Solo così possiamo ottenere una vera rivoluzione dello spirito“. E ancora: “nonostante quello che hanno fatto a me e a mio padre, non ho mai davvero odiato i militari. Ora infatti non è il tempo dell’amarezza o di rivangare nel nostro doloroso passato. Abbiamo l’opportunità di andare avanti insieme. Dal mondo ci incoraggiano, ce la faremo”.


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