Che tu sia maledetto per i minuti in cui andare e poi tornare tra le cosce di mia figlia ti era necessario a espiare la tua colpa; timbrare un cartellino da dovere coniugale la tua pena eterna. Morire con le tue mani, occhi sbarrati. Nessun grido di protesta, tua fino alla fine. Agonizzante, fissa me! Ogni volta che terrai il tuo uccello fra le dita anche solo per pisciare vedrai il mio viso splendido, i miei denti bianchi sorriderti; lupa ridens. Ti sazierò. Sognerai la mia lingua che gira lì intorno tra gli interstizi dei tuoi desideri e morirai e morirò, ogni volta. Così, mi vedrai e mi vorrai di più nell'istante preciso in cui a te mi hai negata per sempre. Immortale. Stampato sulle tue dita e sul mio collo bianco, te e te. Tu mi vedrai, lì ancora. Nella tua perenne rigidità. Affonda pure sul mio collo, gemi e godi. Mordi le tue mani, le stesse che hanno tracciato un percorso di avidità incestuosa, e poi rimaste incollate su me, strangola ogni tuo desiderio. Brucia. Spacca la mia testa. Spremi le tue meningi. Masturbazione illecita. Dentro mia figlia, oh mio frutto, carnefice dell'albero matrice, voluttuoso intreccio. Mi avrai per sempre stampata in memoria. A bocca aperta.
Nina Tarantino