In realtà c’è un imbroglio. Questa settimana il librino per Libri sotto il ferro da stiro è breve, sì, piccino, sì, ma ho impiegato tantissimo a leggerlo. Nonostante siano una settantina di pagine (e una trentina di introduzione).
Sangue in sala da pranzo di Gertrude Stein l’ho preso in mano tre volte, e alla terza rilettura ho iniziato a sentirmi a mio agio.
Dovete sapere, infatti, che questo sarebbe un mini racconto giallo ambientato in una casa di campagna, ma il fatto strano è che un racconto ispirato dal cubismo (l’autrice era vicinissima a Picasso e molti altri artisti). Cubismo e scrittura? Eggià. Niente linee e disegni, ma tanta destrutturazione.
“Io odio le frasi” disse Gertrude Stein e non so se una scrittrice possa realmente odiare le frasi, ma quel che è certo è che la Stein odia la punteggiatura, ama le ripetizioni, ama i riferimenti diretti al lettore e non gliene può fregare meno di qualsiasi regola.
In ogni caso, a una prima lettura di Sangue in sala da pranzo ero incredibilmente irritata. Mi sembrava che avesse esagerato, la Stein. Vabbe’ sperimentazione, ma qui si era oltre una possibilità di comprensione! A una seconda lettura ho scovato qualche bagliore di comprensione e in essi alcune frasi incantevoli. A una terza lettura mi sono rilassata, il giallo raccontato non lo capivo non lo capisco e forse mai lo capirò e mi sono semplicemente lasciata andare a questo flusso di parole. E così va bene.
Avevano una casa di campagna. Una casa in campagna non è lo stesso di una casa di campagna. Questa era una casa di campagna.
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Gertrude Stein
Sangue in sala da pranzo
a cura di Benedetta Bini
Sellerio
128 pagine
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Libri sotto il ferro da stiro: I libri passati sotto il ferro da stiro sono sottili come un’acciuga. Sono libri al di sotto delle 100 pagine, letture pensate e consigliate in particolare per chi ha poco tempo (tra un ferro da stiro e l’altro…).
Per suggerimenti: lepaginestrappate@hotmail.it