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Sangue,sudore e polvere da sparo personale di Giordano Curreri a cura di Igor Zanti
Creato il 28 gennaio 2013 da Roberto MilaniSangue,sudore e polvere da sparo personale di Giordano Curreri
a cura di Igor Zanti
31 gennaio - 3 febbraio 2013 POP UP Via del Torchio 4, 20123 Milano
Dico al Parlamento, come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza.
Winston Churchill, Discorso alla Camera dei Comuni del 13 maggio 1940
Il XX secolo e' stato un secolo straordinario. Ha iniziato il suo personale viaggio in carrozza e l'ha terminato su un razzo diretto su Marte.
E' stato il secolo del tutto e del contrario di tutto: della massima libertà e dei più forti totalitarismi, il secolo della scienza e del "mille non più mille", e, se vogliamo vederla sotto un'ottica meramente artistica, e' stato il secolo in cui effettivamente e fattivamente e' nata l'arte contemporanea.
Quando si parla di fenomeni storici si tende, per la loro complessità, ad escludere un diretto rapporto di causa ed effetto, ad evitare di attribuire parternita' troppo certe.
Nel nostro caso pero', pur forse peccando di imprecisione o faciloneria, si può individuare nell'artista francese Marcel Duchamp il vero e proprio ideatore del concetto di arte contemporanea come sismo abituata ad intenderla al giorno d'oggi.
Duchamp rivoluziono' completamente lo status di opera d'arte, spostando l'attenzione dall'opera all'artista, che diviene un succedaneo del manufatto finale, perdendo sempre più la dimensione meramente artigianale
Uno dei meriti di Duchamp e', inoltre, quello di avere introdotto Il concetto di ready made, cioè di utilizzo di oggetti preesistenti che cambiano nella dimensione artistica la loro destinazione semantica d'uso.
Questo atto e' forse, nella complessa biografia di Duchamp, uno dei più rivoluzionari e quello che maggiormente ha influenzato lo sviluppo dell'arte futura.
Si può, senza dubbio, affermare che Duchamp abbia inventato tutto prima di tutti, e' stato tanto l'ideale padre della pop art , quanto delle mille sfaccettature del concettuale.
Non ci si sorprenda se, a distanza di quasi cento anni, per parlare di un artista che poggia i suoi piedi nella più esplicita contemporaneità, sia necessaria questa ricognizione e questa dovuta citazione dell'influenza duchampiana, perché, proprio in casi come quello di Giordano Curreri, questa influenza che all'apparenza può sembrare remota ed intermittente si fa invece evidente.
Con la mostra Sangue, sudore e polvere da sparo, si entra in una dimensione dove il ready made assume nuovi e più contemporanei significati, dove ritrova nuova forza.
In tutti i lavori in mostra un fil rouge fattuale si dipana creando una connessione stretta ed intima tra supporto e intervento artistico. Curreri, infatti, pone l'azione artistica in stretto contatto con il valore semantico del supporto sia che questo sia un frame di video, un piatto in riedizione vintage, una banconota o una mascherina antismog.
Se nell'esperienza duchampiana ci si confrontava con una variazione di destinazione d'uso e con una ricontestualizzazione, nel nostro caso si può, invece, con maggiore sicurezza, parlare di una sorta di accrescimento narrativo.
Curreri infatti tiene pienamente conto del valore iniziale del supporto, del suo potere evocativo e, per l'appunto, narrativo, utilizzandoli come un ideale incipit, una citazione d'apertura funzionale allo svolgimento del racconto artistico.
Le opere, una sorta di estratto di tre differenti progetti che negli anni sono andati a sedimentarsi ed a comporre una base imprescindibile dell'agire artistico di Curreri, ritrovano proprio in questa maniera di intendere la poetica l'objet trouve' -o meglio, recherche'- il senso del loro comune esistere.
Unificante ed esplicativo risulta essere, inoltre, il costante intervento fattuale dell'artsta che attraverso un segno spigoloso, di sapore cosmeturiano, una scala cromatica accesa, definisce e completa il percorso narrativo andando a toccare tematiche differenti ma sempre e comunque tangenti.
La violenza della società, i suoi aspetti inaspettatamente splatter, che si celano dietro una apparente e lontana normalità sono alla base della ricerca poetica di Curreri.
Il palcoscenico del presente tinge di ironica tragedia tanto La dimensione dell'apparente calma domestica, quanto le imprese piratesche dei bucanieri che navigano tra le acque della storia.
Il registro usato e' volutamente velato da una ricerca di immediatezza, da un sapore a meta' strada tra il folk ed il pop, nella sua accezione letterale di popular, con un esplicito gusto per una certa estetica vintage, come si desume dal titolo stesso della mostra che, visto il periodo storico appare molto profetico, alla pari delle parole di Churchill al parlamento inglese.
Senza volerlo ,o forse, senza dichiararlo, Curreri ha realizzato un mostra che rasenta la dimensione dell'antologico, ponendosi in una posizione di osservatore del proprio agire artistico per comporre un inusuale e disincantato affresco della società contemporanea.
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