In una nota, Lupieri ricorda che ”in Consiglio era prevalsa la necessita’ di farsi carico del dramma sociale dei pazienti e della necessita’ di abbandonare l’assoluto e intransigente rigore scientifico e la rigida interpretazione di norme e articoli, quando deve prevalere una visione umana, etica e solidale per una terapia a basso rischio e a basso costo”.
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Puntualizzando che 60 amministrazioni comunali e due provinciali hanno aderito alla petizione, Lupieri aggiunge che ”la decisione uscita dall’Aula viene stravolta dal presidente Tondo, che tramite la Direzione centrale blocca di fatto la libera possibilita’ – conclude – di accedere a questa prestazione”.
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