Aveva 29 anni Maria Teresa Lauciello, la giovane mamma che ha perso la vita, al sesto mese di gravidanza, la notte tra domenica e lunedi’ nell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), dopo aver dato alla luce un feto senza vita.
A fine aprile un’altra giovane donna mori’ nello stesso ospedale, ma suo figlio riusci’ a salvarsi.
Adesso, per il caso di Lucia, la Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati sei medici con l’accusa di omicidio colposo. Tutti sono in servizio nell’ospedale ‘Umberto I’ di Corato, dove la ragazza è stata ricoverata prima di essere portata d’urgenza al Miulli.
L’iscrizione nel registro degli indagati dei medici, e’ un atto dovuto per consentire loro di partecipare, attraverso consulenti di parte, agli accertamenti autoptici. Sarà l’autopsia, disposta dal pm Giuseppe Gatti, ad accertare le cause del decesso. Gli accertamenti riguarderanno anche placenta e feto.
Questo ennesimo caso di malasanita’, ha fatto si’ che ”Il caso Puglia approdi nella Commissione parlamentare di Inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario nazionale, che richiederà l’intervento diretto del ministro alla Salute, Balduzzi, anche per rimuovere il blocco del turn over”, che impedisce alla Puglia di assumere o stabilizzare nuovo personale sanitario. Lo ha assicurato oggi il senatore del Pdl, Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione Sanità del Senato che ha posto la questione al presidente della stessa Commissione, Ignazio Marino, “dopo l’ennesimo caso sospetto – ha sottolineato – che ha visto, purtroppo, la morte di una giovane mamma di Corato”.
“Una delle troppe morti – ha afferma d’Ambrosio Lettieri – che aprono uno spaccato inquietante e interrogano profondamente le nostre coscienze. Andranno certamente comprese le cause e individuate le responsabilità. Ma non basta. La sanità pugliese è sull’orlo del collasso”.
”Il sistema – ha concluso il senatore – sta pagando un costo altissimo alla scellerata gestione dell’amministrazione Vendola e, nonostante l’eroica resistenza degli operatori che lavorano ormai da tempo in condizioni intollerabili, all’insegna dell’emergenza continua e sotto organico, divenendo il parafulmine delle inefficienze altrui”.