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Sanità in Calabria. I medici non sono tutti uguali

Creato il 12 gennaio 2011 da David

Sanità in Calabria. I medici non sono tutti uguali

di David Crucitti – Del disastro della sanità in Calabria ormai ne hanno parlato tutti, non ultima la Commissione Parlamentare sugli errori sanitari, addirittura anche un candidato al Consiglio Regionale, nel suo spot elettorale, ha usato come cavallo di battaglia il problema sanità. Tra le migliaia di voci che ripetutamente si alzano a condannare la sanità calabrese, ogni tanto farebbe bene raccontare storie positive, fatti che in qualche modo possono stemperare una situazione effettivamente angosciosa, ma che certamente conserva note positive. Le storie negative che circolano attorno agli ospedali calabresi hanno una cadenza quasi giornaliera, spesso accade quello che non dovrebbe accadere, superficialità dei medici, mancanza di medicinali, assenza di posti letto, sprechi e gravi errori. Ma questa volta raccontiamo una bella storia avvenuta agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria. All’una di notte, tra sabato e domenica, al pronto soccorso arriva d’urgenza un bimbo di cinque mesi, poco prima, insieme al genitore che lo teneva in braccio, è finito in terra grazie ad una delle tante buche sparse per le strade della città. Tanto spavento ma soprattutto il terrore che il piccino si sia rotto qualcosa. Visitato prontamente dai medici, si capisce subito che effettivamente bisogna approfondire le ricerche visto che il piccino non presenta nessuna escoriazione. L’organizzazione è perfetta, mentre si provvede a effettuare i raggi sul piccino, viene allertato il medico ortopedico reperibile che arriva immediatamente. Il timore diventa realtà, il bimbo ha una frattura al “legno verde”, un osso della gamba. Questo tipo di fratture, specialmente nei neonati, sono di lievissima entità, dolorose ma perfettamente superabili senza neanche l’ingessatura. E’ proprio qui che la storia merita di essere raccontata, a dispetto della tanto temuta ma reale “strafottenza” da parte di pochi medici senza scrupoli, a notte fonda il medico ortopedico reperibile, con una professionalità ed una sensibilità vista poche volte da queste parti, decide di procedere alla lunga ed angosciante ingessatura del bambino, alla quale partecipano altre tre infermiere che con amore procedono al loro lavoro, senza dimenticare di tranquillizzare i genitori. -Non ce ne sarebbe bisogno, ma così siamo più sicuri- afferma il medico. Storie come questa si verificano ogni giorno, ma nessuno mai le racconta, si preferisce, giustamente, parlare di quelle tristi ed a volte inspiegabili, ma qualche nota positiva non recherebbe certo danno all’opinione pubblica. Il medico che ha ingessato il bambino avrebbe benissimo potuto farne a meno e tornarsene subito a casa, la sua coscienza gli ha consigliato altro, dimostrando a qualche suo collega che leggerà questa storia, che prima di essere medici, bisogna essere uomini.



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