Impietosi i dati del CENSIS, che fotografano una situazione drammatica per la sanità italiana. La crisi fa stringere la cinghia e sono sempre di più gli italiani che rinunciano a curarsi.
censitaria, degna del tempo in cui erano i soldi a fare la differenza: una discussione buona per tutte le stagioni e tutte le epoche quindi, almeno fintanto che la consapevolezza umana non realizzi l’importanza dei veri valori al cospetto del dio denaro.
Ma siamo ancora lontani da un mondo in cui, per dirla con Grillo, uno vale uno: per ora uno vale quanto può pagare, ed in questi tempi di spread ed eurobond sono in troppi ad essere considerati privi di valore.
La drammatica constatazione viene da uno studio RBM Salute-CENSIS, in cui si evidenzia uno dei più deteriori effetti della crisi: circa nove milioni di persone non possono accedere alle cure mediche.
Un vero dramma. La demolizione dello stato sociale comincia a produrre i primi effetti: gli italiani si lasciano morire, non potendosi più permettere visite specialistiche ed indagini diagnostiche. Tutto ha un prezzo, anche la vita umana a quanto pare, e tra gli italiani ci sono due milioni e mezzo di anziani che hanno dovuto rinunciare a curare uno o più disturbi nell’ultimo anno, ma anche 5 milioni di famiglie con figli, la maggior parte dei quali localizzabili nel meridione d’Italia.
Le motivazioni sono facilmente comprensibili: a forza di tagliare la spesa pubblica, la sanità ha visto ridurre ulteriormente il suo già mediocre e discutibile profilo qualitativo, ed i tempi di attesa per una prestazione specialistica sono paradossali. L’alternativa è il ricorso alla sanità privata, per aggirare le interminabili liste d’attesa del servizio pubblico che indirettamente (forse) regala un assist formidabile a case di cura e cliniche private. Il cinismo diventa stile di vita: paghi e (forse) vivi, non paghi e muori.
Ma quanti possono permettersi di spendere una fortuna per garantirsi un diritto costituzionalmente garantito? Pochi, troppo pochi, comunque non abbastanza per poter considerare il nostro stato all’avanguardia, nell’ambito delle politiche sociali. E il diritto del singolo è sempre più in discussione, e la collettività è composta da tanti singoli. Che, con questo andazzo, diventeranno sempre meno…