Dal 2015, invece, partirà la nuova convenzione triennale con il comune di Sanremo, ridimensionata a 5,2 milioni all'anno; ci saranno anche ulteriori ottimizzazioni sul fronte dei costi produttivi, e gli investimenti pubblicitari potrebbero ripartire con decisione.
Si può perciò parlare di ottime prospettive per l'evento canoro che, nel 2012, aveva prodotto per le casse della Rai un buco di cinque milioni di euro (19 milioni i costi, appena 14,1 mln la raccolta pubblicitaria), e che solo nel 2013 aveva invece chiuso, per la prima volta dopo circa vent'anni, con un piccolo utile di 350 mila euro (18 milioni i costi, e 18.350.000 euro la raccolta pubblicitaria).
Come anticipato, per l'edizione 2014 (dal 18 al 22 febbraio) del Festival Piscopo prevede, prudenzialmente, una crescita della raccolta attorno al 5%. Prudenzialmente perché, visto il successo dell'edizione 2013 e tenuto conto che la squadra di conduttori 2014, da Fabio Fazio a Luciana Littizzetto, è la stessa (tra gli ospiti sarebbe prevista l'attrice francese Laetitia Casta), si punta più in alto. Non è un caso che, per esempio, i listini 2014 della pubblicità tabellare siano stati ritoccati all'insù di circa il 10%. Tanto per non diventare troppo tecnici (la lettura della tabella è molto più immediata), si può notare che nella edizione 2013 il costo medio di uno spot da 30 secondi in onda nel primo break pubblicitario della prima serata di Sanremo, al martedì, fosse di 200 mila euro. Ipotizzando un break composto da sette spot, ecco che Rai, nel 2013, avrebbe incassato 1,4 mln. Nel 2014, invece, lo stesso break ha prezzi diversi: lo spot in testa e in coda al break costa 231 mila euro, gli altri costano 210 mila euro. Quindi il teorico incasso su sette spot è di 1.512.000 euro, l'8% in più rispetto al 2013. Ancora più evidente il rialzo dei listini di Rai Pubblicità per le cosiddette "farfalle" da dieci secondi, in testa o in coda ai vari break pubblicitari: cinque passaggi in testa o in coda al primo break pubblicitario delle ore 21.15 costano quest'anno 676.800 euro, rispetto ai 324 mila euro del 2013. Il listino, perciò, è più che raddoppiato per questa forma di comunicazione da un anno all'altro. E meno male che c'è la crisi.
Claudio Plazzottaper "Italia Oggi"