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Sanremo 2014: un primo giudizio sui brani delle nuove proposte, zibba e the niro davanti a tutti

Creato il 14 gennaio 2014 da Carloca

SANREMO 2014: UN PRIMO GIUDIZIO SUI BRANI DELLE NUOVE PROPOSTE, ZIBBA E THE NIRO DAVANTI A TUTTI
Poco più di un mese al Festival di Sanremo numero 64 (si parte il 18 febbraio), ed è dunque tempo di iniziare a scaldare i motori. Breve focus sulle Nuove proposte, dal momento che, come capita ormai da alcuni anni, con discreto anticipo la Rai ha offerto la possibilità di ascoltare per intero, on line, i brani degli otto giovani ammessi alla tenzone rivierasca. E dunque, cosa bolle nella pentola del più prestigioso "vivaio" della musica leggera nostrana? Diciamo subito che, dopo i primi ascolti, il livello qualitativo della categoria parrebbe grosso modo sulla stessa linea degli ultimi due anni, ossia discreto, dignitosissimo, senza far gridare al miracolo. Ci sono tre - quattro nomi in grado non dico di sfondare, ma comunque di gettare buone basi per tentar di conquistare un posticino al sole, e, del resto, per una mera questione statistica difficilmente potrebbero essere di più, visti i "minimi termini" a cui la sezione esordienti è stata ridotta. Scegliere appena otto ragazzi sui tantissimi che hanno fatto domanda non implica affatto che i "sopravvissuti" alla dura selezione siano dei fuoriclasse delle sette note, come del resto la storia delle ultime edizioni ampiamente dimostra: è soltanto una scelta editoriale che, non è dato sapere per quali motivi, ha imposto un taglio drastico dei posti a disposizione delle nuove leve. Comunque, lo ripeto, qualcosa di decente c'è: che poi le promesse e le premesse possano tramutarsi in realtà è tutto da dimostrare, perché questi ragazzi dovranno scontrarsi con una realtà, quella del mercato discografico italiano, che definire drammatica è riduttivo. La mente corre a certi personaggi interessantissimi passati negli ultimi anni dal palco del'Ariston e che, per un motivo o per l'altro, ancora non sono riusciti a consacrarsi: su tutti Erica Mou, il cui definitivo decollo è forse finalmente iniziato nel 2013 grazie alla colonna sonora del film di Rocco Papaleo "Una piccola impresa meridionale",  ma anche Il Cile, Marco Guazzone, Celeste Gaia, Jacopo Ratini (bocciato nelle eliminatorie di quest'anno): gente di talento, ma che sta faticando terribilmente ad emergere. Speriamo vada meglio quest'anno, ma chi vive sperando... Il presupposto fondamentale sarebbe, in sede di serate televisive del Festival di Sanremo, riservare un trattamento più degno alla categoria: confinarla a tarda sera, o inserirla di straforo tra l'esibizione di un grosso ospite e l'altra, chiaramente non aiuta, e va detto che su questo delicatissimo punto nemmeno la fin troppo strombazzata formula innovatrice di Fazio e compagnia ha portato miglioramenti nel 2013. Detto questo, parliamo invece dei "ragazzi del 2014": in una ipotetica e personalissima griglia di partenza, metterei in prima fila Zibba e The Niro, in seconda Diodato e Filippo Graziani, Bianca possibile outsider e gli altri tre, ossia Veronica De Simone, Rocco Hunt e Vadim, decisamente staccati. Questo su un piano meramente qualitativo: sul palco della kermesse, l'interpretazione dal vivo (e ciò è positivo) e la reazione del pubblico a certe proposte fin troppo facili (e questo è invece altamente negativo) potrebbe sparigliare le carte e, ad esempio, portare in cielo le canzoni di Veronica o di Hunt. Vediamo nel dettaglio un sintetico panorama della categoria, ribadendo che il giudizio arriva dopo i primi ascolti dei motivi in gara e va dunque preso per quello che è.ZIBBA - SENZA DI TE: è il brano che potrebbe mettere d'accordo tutti, coniugando raffinatezza, qualità e orecchiabilità. C'è un testo poetico e non banale ma di facile comprensione, che arriva dritto al cuore; c'è una certa ricercatezza nelle musiche e negli arrangiamenti. C'è, insomma, un deciso piglio cantautoriale, ma il pezzo "arriva" subito grazie a un ritornello ben costruito. Tutto questo sorvolando sul fatto che, secondo molti addetti ai lavori, uno col percorso artistico di Zibba avrebbe meritato di essere iscritto fra i Big, ma capita spesso che, in quel di Sanremo, le differenze fra le due categorie siano piuttosto aleatorie... Con lui all'Ariston, secondo quanto dichiarato dallo stesso cantante, ci saranno anche i fedelissimi Almalibre, non iscritti alle selezioni per motivi di... anzianità.THE NIRO - 1969: probabilmente il pezzo più contemporaneo della categoria, per stile di scrittura e per impianto musicale. Non c'è nemmeno il classico refrain che "spacca", è tutto il brano a coinvolgere, per intensità, ispirazione e originalità, in particolare con un arrangiamento di caratura internazionale. Impatto non immediato, ma grana finissima. DIODATO - BABILONIA: anche in questo caso, buon livello di contemporaneità (parola d'ordine di Fazio per il Sanremo 2014), anche se in un giusto compromesso con i classici stilemi della tradizione italiana: testo a tratti persino complesso, nel suo raccontare l'amore in maniera "cerebrale", senza struggimenti e mielosità, impianto musicale essenziale,  pop con venature di soft rock, discreto crescendo finale, buon eclettismo vocale. FILIPPO GRAZIANI - LE COSE BELLE: l'impronta paterna è largamente percettibile nella voce, che comunque mantiene una sua originalità, e nello stile compositivo. Canzone musicalmente vivace, senza cedimenti, facile da ricordare eppure non banale, un esempio di come si possa parlare dei problemi di una generazione senza scadere nella retorica e nel già sentito. Potrebbe essere la variabile impazzita della gara, non è escluso un clamoroso exploit. BIANCA - SAPRAI: a volte ritornano, le classiche canzoni da Sanremo anni Novanta: splendida voce femminile, melodia a vele spiegate, una certa vena malinconica di fondo. Però si tratta di un pezzo tutto sommato ben costruito, impreziosito da una vocalità originale, una canzone che onora con dignità la tradizione melodica nostrana, il che non è un reato, anzi. Potrebbe anche fare breccia nella parte tradizionalista del pubblico sanremese, ossia nella parte dominante. VERONICA DE SIMONE - NUVOLE CHE PASSANO: anche qui siamo nel solco del Sanremo classic. Di voci femminili da usignolo il Festivalone ce ne ha proposte tantissime, soprattutto dagli anni Novanta in poi, con particolare riferimento alle gestioni di Baudo, ma non basta saper cantare bene per lasciare un segno nella storia della musica. Ecco, Veronica ha voce limpida e senza incrinature, a giudicare dal videoclip pare anche in possesso di buone doti sceniche, ma non è adeguatamente servita da una canzone che ha ben poco di originale, e che personalmente mi ricorda certe ultime uscite rivierasche di Noemi e di Arisa. ROCCO HUNT - NU JUORNO BUONO: francamente, speravo che i tempi di operazioni in stile "Gigi Finizio e i Ragazzi di Scampia" fossero passati. E mi aspettavo anche che il rap all'italiana, protagonista delle classifiche del 2013, trovasse a Sanremo una più qualificata rappresentanza. La canzone napoletana continua ancora oggi ad offrire voci e produzioni di altissimo spessore, sia nell'alveo della tradizione che in quello della modernità. Non è il caso di questo stanco rap all'acqua di rose, che con retorica e senza un pizzico di inventiva canta del disagio della società napoletana e della voglia di superare i tempi duri. VADIM - LA MODERNITA': in molti sul web l'hanno massacrato. Ecco, diciamo che ad Area Sanremo potevano scegliere di meglio, ma non drammatizzerei più di tanto. Il testo è a tratti sconcertante per banalità, il pregio è nell'arrangiamento in larga parte monocorde, quindi straniante  e per questo un tantinello originale. 

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