Presso la sua tomba si sono recati e si recano un numero infinito di persone ammalate di herpes zoster, che hanno sempre ricevuto la grazia di essere guarite. La grazia viene chiesta propria a questo Santo, in quanto è stato colui che ha portato dall’inferno, per donarlo all’uomo, il fuoco; inoltre, Sant’Antonio abate ha lottato per tutta la sua vita contro le tentazioni e contro il diavolo che regna nell’inferno. Per rinsaldare e riconfermare il legame fra il Santo e il fuoco, in occasione della sua festa si innalzano grandi cataste di legna che vengono fatte bruciare per tutta la notte. Durante la festa si beve e si mangiano cibi particolari come gli uccelletti di Sant’Antonio, le frittelle; in Sardegna si consuma “Su pistiddu” , un dolce particolare farcito di sapa o miele.
Da subito questo Santo fu definito “magno” e divenne il patrono degli animali ma anche il guaritore dell’ herpes zoster chiamato “fuoco di Sant’Antonio”. I riti tradizionali compiuti in suo onore sono antichissimi e si ricollegano alla religione precristiana e alle credenze contadine. Sant’Antonio abate è anche il protettore dei Vigili del fuoco e dei panettieri. L’iconografia lo rappresenta col bastone ma anche accompagnata da un maialino; la presenza di questo animale può essere spiegata con la consuetudine per gli Antoniani, di poter allevare dei maiali a scopo curativo. Infatti, il loro grasso si utilizzava per spalmarlo sulla cute dove compariva l’herpes zoster; inoltre, la tradizione contadina ha sempre ucciso i maiali in questo periodo che sancisce l’inizio del carnevale e quindi “del mangiar grasso”. Il 17 Gennaio, si tiene anche la benedizione degli animali domestici e di quelli da allevamento e l’immagine di questo Santo è spesso presente nelle stalle.