Pagg. 82-83: «Molte precettorie, inoltre, vennero sottoposte a radicali ristrutturazioni: un caso evidente è quello di Santa Maria in Aventino di Roma, completamente stravolta dai rifacimenti dell’architetto Giovan Battista Piranesi che, nella seconda metà del XVIII secolo, la trasformò in uno dei più bei monumenti del barocco romano; da una stampa francese del 1570 si ricava, invece, che il complesso religioso era composto da un edificio modesto, quasi rurale, con una piccola chiesa con alcuni gradini in peperino, davanti l’ingresso, e un oculo invetriato che illuminava l’interno. In una cronaca del XVII secolo si parla di un chiostro, ormai scomparso, abbellito da affreschi con un calendario liturgico, databile fra il 1087 e il 1232, simile a quello parzialmente esistente nella chiesa dei Santi Quattro Coronati a Roma.
Di epoca templare resta solo un pozzo, collocato nel giardino, il cui bordo reca la scritta “PETRUS IANUE(N)SIS MAGISTER DOMOR(UM) MILITIE TE(M)PLI” e la data 1244; quasi certamente si tratta di Pietro Fernandi, che in quell’anno era appunto maestro delle case del Tempio in Italia».
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