Il 27 e il 28 agosto sono dedicati a due santi che “meritano” ricevere le nostre attenzioni e riflessioni: santa Monica e sant'Agostino, mamma e figlio. Monica è una donna di Dio che ama il marito nel vero senso della parola, ovvero, desidera la sua conversione, così come, in seguito farà con suo figlio.
Monica, insomma, era una di queste persone. E ce ne sono state tante altre, ad esempio santa Rita da Cascia. Il suo coraggio di madre, poi, è stato veramente eroico. Dopo la morte violenta di suo marito, i figli volevano vendicarsi. Rita aveva paura che i figli si macchiassero di peccato mortale. Ebbe il coraggio di chiedere al Signore la loro morte piuttosto che cadessero in peccato mortale, macchiandosi di così atroce delitto. È l'amore di una madre che ama veramente l'anima di coloro che ha generato.
Monica ha offerto le sue lacrime e suppliche e fu esaudita. Sant'Agostino conduceva una vita dissoluta, nella lussuria e vagando di eresia in eresia. Il suo cuore era assetato di verità, ma non riusciva a trovare la sua vera pace. Nelle celebri “Confessioni”, Agostino racconta la sua travagliata vicenda spirituale, senza mezzi termini racconta le sue avventure con le donne, i suoi incontri sbagliati. E proprio in questo bellissimo libro che troviamo il suo cantico che raggiunge il parossismo in queste parole:
“stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto. Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull'acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce.
O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi pareva di udire la tua voce dall'alto che diceva: 'Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me'.
Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il «Mediatore fra Dio e gli uomini, l'Uomo Cristo Gesù», «che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli». Egli mi chiamò e disse: «Io sono la via, la verità e la vita»; e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché «il Verbo si fece carne».
Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini.
Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l'ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.”
Non ha bisogno di nessun commento: è semplicemente un'anima che ha toccato il fondo e ha conosciuto veramente Cristo, incontrato una persona che lo ha fatto innamorare. Lui, eretico, entrò a
far parte della Chiesa e divenne addirittura vescovo...
Tardi ti ho amato... è l'anima che avrebbe voluto conoscere Cristo prima perché ne ha assaporato la bellezza. Tardi ti ho amato, è la frase che potrebbe sospirare anche un dodicenne quando si accorge di aver incontrato autenticamente Cristo... è sempre troppo tardi per l'anima che sperimenta il vero amore...