Rosneft ha bisogno di un maxifinanziamento di 42 miliardi di dollari (30 miliardi di euro) per sviluppare nuovi investimenti, e a fornirglieli sarà perciò il FNB, il Fondo sovrano nazionale a cui la compagnia petrolifera si appresta a sottoporre i business plan di diversi progetti.
Dvorkovič non ha voluto svelare dettagli riguardo al programma degli investimenti: «Sono stati discussi in un incontro con il premier Medvedev, e complessivamente sono stati approvati. C’è solo qualche sfumatura nelle tempistiche». E’ tuttavia molto probabile che questi ultimi andranno a riguardare l’Artico e le sue immense risorse sottomarine: lo scorso anno Igor Sečin, numero uno della compagnia petrolifera russa e indiscusso zar degli idrocarburi, aveva rilasciato alcune dichiarazioni sui progetti che Rosneft intende avviare verso i suoi giacimenti nell’Artico, che richiederebbero investimenti per 500 miliardi di dollari. Un esborso diretto ad un programma di sviluppo delle zone artiche che, secondo gli analisti della Merrill Lynch, da molto tempo è visto come uno dei punti focale nel futuro sviluppo economico della Russia.
Nel 2014 gli investimenti russi nel settore petrolifero hanno registrato un valore intorno ai 730 miliardi di rubli (14,7 miliardi di euro), superiore anche a quello del 2013, che era stato di 600 miliardi (12 miliardi di euro).