Sanzioni USA-UE all’Iran: Cina e India non ci stanno

Creato il 28 giugno 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

L’Unione Europea ha oggi annunciato che si andrà avanti con le sanzioni petrolifere nei confronti dell’Iran a decorrere dal 1° luglio, come originariamente stabilito. Cioè, tutti i contratti dei paesi dell’Unione Europea per l’importazione del petrolio iraniano verranno sciolti questa domenica. La Grecia, che è uno dei maggiori compratori, apparentemente ha resistito ma è stata surclassata.

È stata apparentemente la Gran Bretagna a guidare l’operazione con il Ministro degli Esteri William Hague che ha praticamente annunciato la decisione dell’UE e l’ha commentata in riferimento alle sue implicazioni per la questione del nucleare iraniano. La Gran Bretagna non poteva far altro che seguire l’agenda degli Stati Uniti. Questo vuol dire che l’amministrazione Obama sta “irrigidendo” la sua posizione riguardo le trattative P5+1 con l’Iran. (Tra parentesi, P5+1 è anche chiamata oggi “Sestetto”, che suona bene). L’Iran aveva avvertito che qualsiasi ulteriore pressione occidentale sarebbe stata contro-producente. Anche la Russia segue questa linea. Sembra che le trattative degli esperti fra il Sestetto e l’Iran programmate per domenica a Istanbul avranno luogo in un clima a dir poco nuvoloso.

L’India sarà interessata dalla decisione dell’UE nella misura in cui i paesi europei non estenderanno più la copertura assicurativa per il trasporto del petrolio iraniano. Il governo sembra aver preso la decisione di permettere all’Iran di organizzare il traffico e l’assicurazione a decorrere dal 1° luglio. L’India, da questo punto di vista, sta seguendo l’esempio della Cina. Sebbene il suo funzionamento sarà da valutare.

Il punto è che le potenze occidentali stanno facendo di tutto affinché gli altri paesi trovino difficile avere dei rapporti commerciali con l’Iran. Il messaggio è “fino a che noi non possiamo, non potrete neanche voi”. Un metodo è rifiutare i permessi per entrare nei porti stranieri alle navi iraniane. Curiosamente, quello che la questione iraniana ha rivelato è anche che l’Occidente può tenere in ostaggio, in larga misura, il commercio marittimo internazionale.

Ciò nonostante, quello che conta è l’orientamento generale della politica che sembra favorire lo sviluppo dei legami economici fra Iran e India. L’ultima relazione sull’approvvigionamento elettrico iraniano dell’India è un esempio lampante del fatto che se c’è una volontà politica, c’è ancora molto da fare a riguardo. La proposta è che l’Iran produca elettricità dalle sue riverse di gas ed esporti la stessa verso l’India attraverso elettrodotti passanti per il Pakistan.

Chiaramente, anche l’India trae beneficio dalla “sfida strategica” della Cina alle sanzioni occidentali contro l’Iran. Non solo la Cina rifiuta di seguire l’invito statunitense a ridurre le importazioni di petrolio dall’Iran, ma i dati per maggio mostrano un enorme aumento delle importazioni del 35%.

Non è da dimenticare che c’è ancora un’altra interessante scadenza prevista per il 1° luglio. Cioè il giorno in cui Washington è chiamata a punire la Cina per aver sfidato le sanzioni statunitensi contro l’Iran. La Cina è l’unico paese cui gli Stati Uniti hanno finora rifiutato di concedere la cosiddetta “deroga”. Washington si tirerà indietro e darà la deroga? Se la CNN Money ha ragione, gli Stati Uniti non sono nella condizione di poter innescare una guerra commerciale con la Cina e troveranno qualche scusa per dare la “deroga”.

In ogni caso, la Cina rimane determinata. Una cronaca del Global Times ha sostenuto che l’iniziativa statunitense di ridurre le importazioni cinesi di petrolio dall’Iran sono un affronto alla sovranità cinese e farebbero infuriare l’opinione pubblica cinese nel caso la Cina si piegasse alle pressione statunitensi.

(Traduzione dall’inglese di Valeria Ruggiu)


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