Sapevatelo | Happy Valley

Creato il 05 ottobre 2014 da Parolepelate

Penso di aver dato inizio, con questo secondo articolo, ad un ciclo di Sapevatelo interamente dedicati alle buone cose che vengono dalla Gran Bretagna… aspettatevene degli altri.

Oggi vi voglio parlare di Happy Valley, miniserie in 6 parti, – in onda sulla BBC – la cui prima stagione è finita il mese scorso e, visto il successo, le capocce hanno deciso di dargli una seconda stagione. Meno male, dico io.
E’ la serie che ha sconvolto il popolo inglese; ha sollevato polemiche per i limiti oltre i quali si è spinta; si è sicuramente fatta spazio per la corsa a molto Bafta; ha avuto talmente successo che Netflix l’ha acquistata per distribuirla in America e Canada; tutti ne hanno parlato e se non ne avete mai sentito parlare, provvederò io a questo inconveniente.

Happy Valley può essere inquadrato nei generi ‘thriller psicologico’, ‘crime’ e l’ingrediente speciale che non può mai mancare in una serie inglese: ‘drama’, ovviamente. (Dove c’è Drama, ci sono io.)

La prima cosa che vi colpirà è il contrasto tra il titolo e quello che succede nella serie. Ergo di ‘happy’ non c’è assolutamente niente! Neanche quando vedrete l’ultima puntata riuscirete a convincervi che la Valle sia veramente Felice.

Catherine Cawood (Sarah Lancashire)

La protagonista della serie è il sergente della polizia Catherine Cawood (Sara Lancashire), vicina ai 50, madre di 2 figli, nonna di un nipote e moglie di un marito. Felice vero? Beh, no.
Le cose, in realtà, stanno così:
Ha avuto un maschio e una femmina. La ragazza, Rebecca, si è impiccata sette anni prima, dopo aver partorito un bambino avuto a seguito di uno stupro. Il figlio di Rebecca, Ryan, è stato la mela della discordia; a causa sua, il matrimonio di Catherine è andato distrutto, il marito, Richard (Derek Riddell), l’ha lasciata perché non riusciva a tollerare la presenza del bambino in casa. Il figlio, Daniel (Karl Davies), invece, ha smesso di parlare con la madre per qualcosa che è successo durante il periodo di depressione in cui cadde la donna subito dopo la morte della figlia.
Adesso Catherine vive il nipote e con la sorella, Clare (Siobhan Finneran, ex O’Brien in Downton), che lavora come assistente sociale in un centro di recupero; non sono felici ma tutto scorre liscio come l’olio. Fin quando, un giorno, il marito la mette a conoscenza del fatto che il presunto stupratore della figlia, Tommy Lee Royce (James Norton) è uscito dal carcere dopo aver scontato una pena per droga.
Da questo momento in poi Royce, diventa un’ossessione; Catherine è ossessionata dall’idea di farlo riandare in carcere per quello che aveva fatto alla figlia, la quale, prima di morire, aveva lasciato un biglietto con scritto il nome di chi le aveva fatto del male e il nome era quello di Tommy.

E questo è il background, abbastanza complesso, da cui parte la storia.

La trama si sviluppa su due livelli: la storia di Catherine e quella di Ann Gallagher (Charlie Murphy), tutte e due unite dalle azioni di Tommy.

Ann è una ragazza di 25 anni, appena uscita dall’università e senza uno scopo nella vita; suo padre. Nevison Gallagher, è un ricco imprenditore, sua madre è malata e vivono una vita agiata, senza guai. Anche qui tutta questa pace (che non c’è), dura poco.

Kevin, il ragioniere dell’azienda del padre di Ann, è un uomo che conduce una vita che gli sta stretta, bloccato nella sua solita routine quotidiana, con una moglie che combatte i primi stadi della sclerosi e due figlie da crescere. Un’improvvisa necessità di fondi liquidi lo spinge ad andare a chiedere un aumento a Nevison. Sfortunatamente l’uomo glielo nega e lui si arrabbia talmente tanto che cerca un modo per fargliela pagare cara – considerando che 1/3 dell’azienda dovrebbe esser anche la sua ma non lo è.

Durante una vacanza, vedendo diversi pacchetti di marijuana cadere da un sacco di sabbia, decide di mettersi in combutta con il proprietario dello stabile dove villeggiava; il tipo, Ashley Cowgill (Joe Armstrong), è un trafficante di droga che si serve di due ragazzi per aiutalo con le sue attività legali e illegali: Lewis Whippey (Adam Long) e Tommy Lee Royce [il problema della droga è una piaga a Calderdale e ‘Happy Valley’ è il nome dato dalla polizia al luogo proprio per i problemi di e con la droga].

Ashley non ci pensa due volte quando Kevin gli dice cosa vuole fare a Gallagher: rapire la figlia e chiedere mezzo milione di sterline per il riscatto.

Quello che vi ho appena descritto è da dove la storia inizia, era necessario spiegarvi le connessioni tra tutti questi personaggi. Il modo in cui si intrecciano le storie di questa gente è complesso e non potevo fare una panoramica generale senza raccontare un po’ di trama.

Happy Valley ha tre cose che catturano.

1) La trama.

Incalzante, dal ritmo serrato e piena di plot twist. Se vi piacciono show come The Fall, Criminal Minds, Dexter, True Detective, ma sì, anche Broadchurch, non potete farvela sfuggire.

2)    I personaggi.

Dopo aver visto The Village, sono passata ad Happy Valley e sono rimasta estremamente sorpresa quando ho ritrovato tre visi noti (Charlie Murphy, Joe Armstrong e Derek Riddell). Il collegamento tra queste due serie può sembrare inutile ma non lo è, mi serve come paragone. Pensavo che i personaggi di The Village fossero alcuni dei più complessi che avessi mai avuto modo di vedere negli ultimi anni, mi sono dovuta ricredere perché in Happy Valley è stato fatto un lavoraccio (in senso positivo).
Quelli che sono i ‘cattivi’ si trovano a fare quello che fanno perché si sentono deboli, o per soldi oppure perché hanno dentro di loro una violenza innata. Ma sono anche psicologicamente danneggiati; così come i ‘buoni’. Anche loro hanno i loro momenti bui e in alcune scene sono stati tanto crudeli quasi quanto i loro antagonisti.
Sarebbe più corretto dire che la linea tra giusto e sbagliato è molto sbiadita, nessuno è totalmente buono o cattivo perché questi sono due concetti che non esistono. Ci sono persone psicologicamente mutilate.

3)    Il cast.

Non so se tessere prima le odi a Sarah Lancashire o a James Norton. Ladies first.

Tommy Lee Royce (James Norton)

Sarah Lancashire è immensa. A parte che se non andavo sulla sua bio non avrei mai capito perché la sua faccia mi fosse tanto familiare. Lei è praticamente ovunque! Se è richiestissima c’è un perché. E’ bravissima e dà il meglio di sé dall’episodio 4 in poi; credo proprio che stavolta riceverà un Bafta iper-meritato.
Vorrei provarvi a spiegare come ha recitato ma è impossibile. Dovete vedere per credere e capire.

Poi c’è James Norton.
Probabilmente se non ci fosse stato lui non avrei cominciato Happy Valley, lo ammetto. Quello che ha fatto in questa serie è da standing ovation. Se credete che Jamie Dornan sia stato bravo nel ruolo da seria killer in The Fall, aspettate di vedere James Norton nei panni di uno psicopatico. Ha avuto il ruolo che gli ha dato una visibilità enorme e se l’è meritata tutta; è stata una piacevole scoperta vedere che non è solo una bella faccia. Tutti i ruoli che aveva avuto fino a quello di Tommy, erano ruoli abbastanza ‘inzipidi’, ritagliati più sull’aspetto fisico che sulla recitazione. Dovete pensare che per prepararsi e rappresentare al meglio lo psicopatico violento che è Tommy, ha passato mesi con uno psicologo.

Spendo due parole anche su Charlie Murphy che piano piano sto iniziando ad apprezzare… no, non ci riesco. Non disprezzo le sue doti d’attrice – è bravissima, che sia chiaro – ma ogni volta che parla vorrei mettere in ‘mute’. Usa quel particolare tono di voce che stuzzica l’irritazione.

Questo è quanto ho da dire su Happy Valley. Spero di avervi convinti perché ne vale la pena, 6 ore di video di cui non ve ne pentirete. Fidatevi.

Ci vediamo la prossima volta con altre notizie made in UK.


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