Che sia tosta, lo percepisci anche leggendo il suo ultimo libro: “Dovevo Dirtelo”, edito da La Gru, una casa editrice giovane e indipendente, oltreché scorrendo il suo curriculum. http://www.saravannelli.com/
Parlo di Sara Vannelli, nata a Roma, trentaquattro anni fa, scrittrice, che per tanti anni ha elaborato e partecipato a progetti di mobilità internazionale nell’ambito di Programmi finanziati dall’Unione Europea. Per tanto tempo è vissuta all’estero, poi è tornata in Italia, anche perché certe sue sfide ha deciso di vincerle nel suo Paese.
Per tanti anni Sara si è occupata sia dell’accoglienza e del coordinamento di volontari internazionali in Italia che di formazione. “Ancora oggi continuo a seguire alcuni progetti- dice – Questi dieci anni mi hanno riempita di emozioni e stimoli, che non posso descrivere in due righe. Viaggi, culture, tradizioni, insomma una vita intera di esperienze interculturali, che invito tanti ragazzi italiani ad intraprendere.
“Lì – afferma - ho appreso non che l’identità sessuale, ma l’identità di genere di ognuno di noi non può essere circoscritta, semplificata e vincolata. E che non bisogna mai smettere di lottare contro i pregiudizi”.
Con un pizzico di orgoglio, aggiunge: “Credo che attraverso i progetti sociali e artistici che ho portato avanti in questi ultimi anni, nel mio piccolo ho sostenuto la lotta contro l’emarginazione e la discriminazione, ma anche contro disastri ambientali. Sono lotte, però, che devono finire prima possibile. Dobbiamo ripartire in qualche modo. Lottare è fondamentale e per me è importante partecipare alla costruzione di una società più civile e sensibile. Da qualche tempo cerco di farlo attraverso la narrativa, ma anche attraverso il teatro. Amo molto anche quello pedagogico e sociale”
Il suo nuovo libro? “Dovevo dirtelo – chiarisce – è una raccolta di racconti scritti soprattutto a Berlino tra il 2012 e il 2013. Spero che in questo libro i lettori trovino moltissimo di me, di quello che eravamo, ma anche speranze per il futuro. Una volta fotografata e raccontata la realtà, a me piace tracciare una linea in avanti. Di me in questo lavoro c’è sicuramente l’amore per la contemporaneità della nostra generazione, c’è il disagio del vivere in una comunità capitalista e consumista, ma ci sono anche ironia, sarcasmo, il bisogno di comunicare, esprimersi e liberarsi. Direi che “Dovevo dirtelo” è un libro che cerca di smascherare la superficialità tanto diffusa. Nel libro ci sono molti personaggi che sono stanchi di accontentarsi, adattarsi o rimanere zitti. Ci sono personaggi che vogliono uscire allo scoperto o semplicemente che sbottano. Mi auguro che, rispetto ai primi due libri, i lettori trovino molti più momenti per emozionarsi, storie su cui riflettere, personaggi con cui ridere o di cui piangere. Venite ad una delle presentazioni che si terranno a Roma da qui a Natale a Roma. In programma ce ne sono sei. La prossima è fissata per il 26 ottobre al Belleville (Pigneto)”. http://www.youtube.com/watch?v=tl0nmI1cQ6g
Il libro è un omaggio alle donne? “Sì – replica Sara- – Io le donne le amo e le amerò sempre, non tanto per la loro bellezza e sensualità, quanto perché per secoli sono state sottomesse e soggette a violenze fisiche e psicologiche. Questo libro è senz’altro dedicato a loro e ha senz’altro l’obiettivo di dare luce all’universo femminile, ma è un libro di tutti, per tutti”.
Cinzia Ficco