Il sangue.
La guerra delle ex-Jugoslavie, il titolo dei giornali, per un anno, forse due,
poi quella facile tendenza a dimenticare.
Le guerre sono sempre degli altri, non ci appartengono.
Non dimentichi se le vivi o se nasci nel posto sbagliato al momento sbagliato.
I segni della guerra, ci sono ancora.Sui muri e nei cuori. Perchè loro non dimenticano.
Le ferite sono ancora aperte e le colline di tombe sono li, a ricordare.
Sarajevo è una città viva e fumosa, che odora di caffè e melograno.
Città di passaggio tra europa e l'oriente, ora Baščaršija e il mercato danno solo un'idea di come poteva essere durante l'impero Ottomano, peccato non basti togliere cartoline e 3G .
Forse quelle bacche non sono solo miracolose ma anche psicoattive. Forse queste vendevano al Fis.
Tante storie in molti occhi. Sarebbe bello poter raccontare queste storie, a chi pensa che Srebrenica sia una bevanda alcolica.
Fra le diverse religioni le distanze sono talvolta così grandi che solo l'odio ogni tanto riesce a superarle. (Ivo Andrić )