Al nostro arrivo a Sarajevo alle 6 della mattina, dopo un viaggio notturno in autobus da Belgrado, siamo stati accolti dalla nebbia. Una nebbia d'agosto che avvolgeva tutta la valle, rendendo Sarajevo, l'affascinante capitale di Bosnia ed Erzegovina, ancora più misteriosa e intrigante.
Giunti al centro della città da Istocno Sarajevo, ci siamo addentrati nel centro storico dove, essendo domenica, non c'era nessuno per strada. Le antiche vie ottomane erano tutte per noi!
Al momento di trovare il nostro ostello eravamo un po' persi. Decisi ad arrivare al più presto per non perdere neanche un minuto ci siamo seduti nell'unico bar aperto in Piazza Sebilj, dove per un prezzo davvero modico ci hanno preparato due ottimi cappuccini e dato accesso al wifi, utilissimo per trovare il nostro ostello.
Trovato l'ostello ci siamo lanciati alla scoperta di Sarajevo, la Gerusalemme d'Europa. Venne chiamata così poiché tra le sue strade convivono le religioni cattolica, mussulmana, ortodossa ed ebraica. Per avere un'idea dell'intensità di questa convivenza guardate l'affollamento dei diversi edifici di culto nella mappa!
Se arriverete così presto come noi, godetevi le strade quasi vuote, i negozi tipici che iniziano ad esporre la loro merce e quando penserete sia il momento giusto sedetevi a prendere un buon caffè bosniaco, accompagnato da un delizioso baklaba.
Sinceramente se non volete partecipare a tour preorganizzati, vi sconsigliamo di passare dal punto informazioni della città, se non per avere una mappa gratuita del posto. Vi diciamo questo perché il punto informazioni cerca più che altro di vendere qualsiasi tipo di tour privato, come il tour dell'assedio del 1992-1996 di Sarajevo.
Partendo dal cuore ottomano della città, Bascarsija, inizia la vostra avventura tra i monumenti di Sarajevo. La città vecchia, la cui costruzione iniziò nel 1462, ha il suo centro nella Piazza Sebilj, che in arabo significa fontana pubblica in legno. Fu costruita nel 1753 da Mehmet Pasha Kukavica, e nel corso degli anni fu cambiata più volte, fino alla versione definitiva del 1891 dell'architetto ceco Alexander Wittek. Una replica fu donata alla città di Belgrado nel 1989, in segno di amicizia, solo tre anni prima della guerra.
Proseguendo sulla strada Sarači incontrerete sulla sinistra Gazi Husrev-Begova dzamija, la più importante moschea in Bosnia ed Erzegovina. Costruita nel 1531, è parte dei vari complessi donati da Gazi Husrev Bey, governatore ottomano della Bosnia Herzegovina all'epoca. Questa è stata la prima moschea al mondo a ricevere energia elettrica. E su Ulica Čizmedžiluk 24, di fianco alla moschea, non perdetevi il tipico caffè bosniaco offerto da Kahva Dulistan.
Sempre su Sarači entrate al Gazi Husrev-Begov bezistan, un mercato coperto pieno di souvenir, vestiti e varie imitazioni. Da non perdere per la sua struttura architettonica intatta dal 1600, e per il piacere di discutere del prezzo con i venditori!
Se vi dirigerete su Mula Mustafe Bašeskije troverete Stari I Hram, la sinagoga costruita nel 1581 per accogliere gli ebrei espulsi dalla Spagna. Chiamata anche "Il vecchio tempio", fu incendiata e distrutta due volte, ed è ora un museo ebraico e biblioteca.
Mentre il vostro percorso imbocca la strada Ferhadija incontrerete la moschea Ferhadija džamija, caratterizzata da un piccolo cimitero al suo ingresso. Venne costruita nel 1591 dal governatore ottomano Ferhad-Beg Vuković, e presenta al suo interno numerosi dipinti antichi, di cui alcuni risalenti al XVI secolo.
Sempre su Ferhadija vi è la Cattedrale del Sacro Cuore, di cui abbiamo già parlato come uno dei luoghi simbolici dell'assedio di Sarajevo. Venne terminata nel 1899 con uno stile neo gotico, ispirato alla cattedrale di Notre Dame a Parigi.
Camminiamo ancora un po' e giungiamo alla Saborna Crkva Presvete Bogorodica, cattedrale ortodossa costruita nel 1868. Si tratta del monumento ortodosso più grande di Sarajevo, dedicato a Theotokos (nome della madre di Gesù per gli ortodossi). Alessandro II di Russia mandò numerosi professionisti per costruire e dipingere le icone all'interno della chiesa. Nel 1871 l'inaugurazione venne rimandata di un anno, a seguito delle proteste musulmane, siccome l'edificio era più alto di tutte le mosche.
All'incrocio tra Ferhadija e Marsala Tita non perdetevi Viecna Vatra, la "fiamma eterna" che commemora la vittoria Jugoslava nella seconda guerra mondiale e le vittime dell'occupazione nazista della città. Fu inaugurata nel 1946.
Dirigetevi verso il fiume Miljacka e incontrerete le poste. Si tratta del più importante edificio dell'era austro-ungarica, disegnato dall'architetto Josip Vancaš tra il 1907 e 1909. Autore di molti edifici apprezzati nell'entourage dell'imperatore, Vancaš prese esempio dalla banca delle poste viennesi. L'edificio venne completamente distrutto all'inizio della guerra nel 1992 e ricostruito in maniera splendida nel 2001. Se non fosse stato per Emma, una volontaria del museo storico della Bosnia Herzegovina, non saremmo mai entrati!
Vi sono numerosi monumenti di Sarajevo sul fiume: tra i vari ricordiamo Likovna Akademija, accademia di belle arti, la sinagoga Ashkneazy, terza più grande in Europa, e soprattutto il ponte latino, dove venne ucciso l'arciduca Ferdinando. Di fronte al ponte latino vi è il Museo Sarajevo 1878-1918, che racconta il periodo del dominio austro ungarico della città.
Seguendo sempre il corso del rio affiancherete Careva dzamija - la"moschea dell'imperatore" - costruita nel 1457 da Isa Bey Ishakovic, fondatore di Sarajevo. E' considerata tra le più belle moschee dei Balcani.
Dopo ancora poche centinaia di metri arriverete davanti a Vijecnica, simbolo di Sarajevo. Questo edifico in stile pseudo-moro, costruito nel 1896, fu luogo di incontro per le autorità fino alla seconda guerra mondiale. Divenne poi Biblioteca Nazionale. Nel 1992 venne tragicamente bombardato.
Se siete sul ponte con Vijecnica alle vostre spalle, vedrete sulla sinistra un ristorante chiamato Inat Kuća, la "casa del dispetto". Il nome è dovuto al fatto che le autorità austro-ungariche volevano assolutamente costruire Vijecnica nel lato destro del fiume, dove si trova adesso. Ma il terreno era proprietà di un uomo chiamato Benderija, che non voleva vendere la sua proprietà ne veder demolita la sua casa.
Dopo estenuanti contrattazioni, Benderija accettò di vendere il terreno in cambio di un sacco pieno di monete d'oro. Inoltre disse che la sua casa doveva essere spostata, mattone per mattone, all'altro lato del fiume, cosa che effettivamente avvenne. L'edificio è ancora lì e dal 1997 è un ristorante.
Manca poco alla fine della nostra passeggiata tra i monumenti di Sarajevo. Se non siete molto stanchi vi consigliamo di affrontare la ripida Veliki Alifakova, strada che si trova alla destra del ristorante Inat Kuća. Arriverete ad uno dei numerosi cimiteri di Sarajevo. Sulle lapidi noterete che molte date di morte sono tra il 1992 e il 1996, anni dell'assedio di Sarajevo.
Quando però sarete nel cimitero vi consigliamo semplicemente di ammirare Sarajevo dall'alto, accompagnati dal silenzio.
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