Sardegna, metano. CNA: La regione faccia chiarezza sul progetto GALSI

Creato il 01 marzo 2013 da Yellowflate @yellowflate

Il gasdotto Galsi, che dall’Algeria dovrebbe portare il metano in Italia attraverso la Sardegna, è ancora un miraggio nonostante negli ultimi anni gli enti locali dell’isola abbiano accelerato i tempi per la costruzione delle reti locali di distribuzione locale e le stazioni di pompaggio. Per questo motivo la Cna Sarda chiede alla Giunta regionale notizie certe sull’importante progetto infrastrutturale i cui lavori sulla carta dovrebbero iniziare nel 2014.

«L’opera – dichiarano Bruno Marras e Francesco Porcu, presidente e segretario della Cna Sarda – oltre ad assicurare una maggiore sicurezza energetica a tutto il paese costituisce per la Sardegna un obbiettivo irrinunciabile per accrescere la competitività del sistema economico isolano attraverso l’abbattimento delle bollette energetiche per famiglie e imprese , con un risparmio stimato intorno al 30-40%.

«Gli eventi succedutisi in questi mesi – proseguono Marras e Porcu – e che hanno coinvolto la compagnia di stato Algerina Sonatrac e il cambio traumatico dei vertici Eni, accrescono le ombre intorno alla possibilità che l’opera si realizzi davvero.

«Negli ultimi anni – spiegano i vertici CNA – vi è stato uno sforzo significativo degli enti locali che hanno predisposto i progetti di infrastrutturazione locale in attesa che prendano corpo i progetti per la realizzazione del gasdotto. Il progetto prevede investimenti per oltre un miliardo di euro che, se ben gestiti, potrebbero rappresentare una straordinaria boccata d’ossigeno per le imprese sarde. Il metanodotto attraverserà tutta l’isola e sarà lungo 272 chilometri. Sono previsti 38 punti di interconnessione con le reti secondarie dei centri abitati e delle zone industriali e artigianali, con una connessione, in media, ogni 7-8 chilometri. Proprio questa prospettiva – spiegano Marras e Porcu – ha spinto gli enti locali ad accelerare i tempi per la costruzione delle reti di distribuzione locali e delle stazioni di pompaggio. Non vorremmo che anche l’importante progetto di metanizzazione dell’isola finisca come le tante opere incompiute che in Sardegna hanno portato allo spreco di ingenti risorse pubbliche.

«Tutto ciò – concludono i vertici della CNA sarda – renderebbe ancora più indifferibile l’urgenza di predisporre finalmente un piano energetico regionale che individui le possibili alternative e disponga una strategia di medio-lungo periodo in grado di coprire il vuoto di una politica energetica che la Sardegna non ha mai avuto».


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