Sardegna, nuove famiglie a rischio casa

Creato il 30 maggio 2014 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Nei prossimi dieci anni la Sardegna avrà circa 32mila famiglie in più (una crescita di 3mila all’anno), ma i nuovi nuclei familiari apparterranno per lo più alle fasce più deboli. Con un reddito annuo inferiore ai 18 mila euro netti, le famiglie isolane di nuova costituzione avranno ancora più difficoltà a trovare un alloggio in cui vivere rispetto a quanto accade attualmente. Questa drammatica proiezione è stata evidenziata da un recente studio della Cna Sardegna che ha chiesto alla Regione di predisporre per tempo un programma di edilizia pubblica e convenzionata che intervenga soprattutto nelle aree urbane di Cagliari e Sassari in cui saranno maggiori il disagio abitativo e le difficoltà di accesso al mercato edilizio per le giovani famiglie.

La situazione delle famiglie sarde

In Sardegna risiedono attualmente 771.494 famiglie (corrispondenti a 1,634 milioni abitanti). Oltre il 55% dei nuclei si localizza nelle province di Cagliari e Sassari e un altro 10% nella provincia di Olbia-Tempio.

Solo nel 24% dei casi la persona di riferimento del nucleo familiare ha meno di 45 anni, una percentuale che sale al 27% in Gallura e scende a meno del 20% nell’Oristanese. Queste percentuali, inferiori rispetto alle medie nazionali (intorno al 26%), confermano la ormai nota tendenza all’invecchiamento strutturale della popolazione sarda, particolarmente accentuato in alcune realtà locali, specialmente dell’entroterra. Nella provincia di Oristano quasi il 41% delle famiglie fa riferimento a una persona con più di 64 anni.

Dati dolenti arrivano dal calcolo dei redditi.

Il 22% delle famiglie sarde, circa 158 mila, ha infatti un reddito familiare netto inferiore a 18,2 mila euro (inclusi i cosiddetti fitti imputati, cioè il reddito derivante dal possesso dell’abitazione di residenza). Il 47% delle famiglie sarde non raggiunge i 25,5 mila euro netti all’anno, ovvero il secondo quinto di reddito nazionale. Solo il 13,8% delle famiglie sarde nel 2013 ha registrato un reddito familiare superiore a 48 mila euro (l’ultima classe dei quinti di reddito nazionale), in linea con il dato complessivo del Mezzogiorno ma molto indietro rispetto al 24% di famiglie nel Centro-Nord.

L’aumento: 32mila famiglie in dieci anni

Come già accennato, calcolando il saldo tra famiglie di nuova costituzione ed estinzione di quelle esistenti, nel decennio che va da 2014 e al 2023 il numero delle famiglie residenti in Sardegna aumenterà di 32 mila unità, circa 3 mila ogni anno. La crescita più marcata è attesa in Gallura, con un aumento di oltre 6.400 famiglie. Una leggera crescita si misura anche nella provincia di Sassari, mentre risulta nulla la crescita attesa nel Medio Campidano e marginale nel Nuorese e nel Sulcis-Iglesiente.

«La stragrande maggioranza delle nuove famiglie che si formeranno in Sardegna nei prossimi dieci anni si concentrerà nella classe di reddito netto più bassa, ovvero inferiore a 18 mila euro – sottolineano Francesco Porcu e Mauro Zanda, rispettivamente segretario regionale e presidente regionale della Cna Costruzioni -. E’ evidente che per incapacità di accesso al libero mercato di affitti o compravendite, si tratta di una fascia di popolazione che fa riferimento alla componente dell’edilizia sociale».

I vertici dell’associazione artigiana evidenziano che il mercato immobiliare della prima casa presenta, sia in Italia che in Sardegna, caratteristiche peculiari rispetto al resto d’Europa:

  • alta percentuale di prime case in proprietà;
  • bassa percentuale di case popolari;
  • affitti elevati;
  • fascia intermedia di popolazione esclusa sia dai benefici dell’edilizia pubblica che dal mercato dell’affitto.

«Questa fascia intermedia è resa più ampia dalla crisi economica, dall’allungamento della vita media, dal precariato giovanile e dai nuovi stili di vita (single e separati) – affermano Porcu e Zanda -. Se si vuole ridare slancio all’asfittico mercato residenziale che per anni è stato il motore principale di tutto il settore delle costruzioni è necessario connettere questi nuovi bisogni a una nuova politica programmatoria che rilanci l’edilizia pubblica e l’housing sociale. Per questo - concludono - riteniamo necessario che la Regione preveda immediatamente un rilancio dei programmi di edilizia pubblica e convenzionata».

L’emergenza abitativa del prossimo decennio riguarderà per lo più le aree urbane principali di Cagliari e Sassari, dove ci sono maggiore tensione abitativa e prezzi più elevati. Viceversa, in altri territori come le province di Carbonia-Iglesias, Oristano o Medio Campidano, l’attesa riduzione del numero di famiglie nelle classi di reddito medio-basse dovuta all’anzianità della popolazione dovrebbe liberare nuovi alloggi, in modo da soddisfare la domanda abitativa delle nuove giovani famiglie.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :