Devo spesso ripetermi perché non tutti colgono. Eppure il tema della movida a Udine è abc della civiltà (“Movida”, si sa, è termine convenzionale: accostare il termine a Udine è come immaginare che i Moratti abbiano vinto tre coppe dei campioni, obiettivamente impossibile).
A Udine, in sostanza, succede che la meravigliosa festa dei Sarpi (di mercoledì), tre orette che stanno a Friuli Doc come Kissinger ad Alfano, viene rovinata spesso da dei cretini (francesismo). L’ultima volta con tanto di coltellata. La risposta, folle, è di convocare la vigilanza privata. Trattasi invece di problema di ordine pubblico. E quindi tocca, deve toccare, alle divise di stato. Le stesse che intervengono, legittimamente!, a sanzionare il comportamento scorretto dei gestori, vigilino anche sul rispetto delle regole di chi beve, non solo di chi mesce.
In un mondo normale, ecco la ripetizione dell’abc, il vigile urbano monitora, chiama, nel caso, un poliziotto, e il poliziotto tafazza in un amen i marroni del cretino. Il cretino si agita? Via al fresco che va sempre bene. Nel mondo della movida incontrollata capita al contrario che i veri puniti sono i lavoratori. Che si devono pure pagare la vigilanza privata su luogo pubblico.