SAS Malko Linge - di Stefano di Marino
Creato il 18 ottobre 2012 da Diegothriller
Articolo a cura di Stefano Di Marino/Stephen Gunn
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SAS, Sua Altezza Serenissima il principe Malko Linge è una leggenda della spy-story avventurosa e una colonna di Segretissimo tanto che, negli anni, oltre alla serie regolare ha avuto una collana tutta per sé (‘Il giro del Mondo con SAS’ con le copertine di Guido Crepax) e recentemente una serie spin-off di grande successo che alterna ristampe a episodi inediti. Più di 190 avventure dal 1965 e traduzioni in tutto il mondo sono un curriculum di tutto rispetto. Se a questo aggiungiamo una serie a fumetti e due film uno dei quali (‘L’occhio della vedova’) diretto da Andrew McLagen direi che Gerard de Villiers, giornalista e scrittore di noir (‘L’affare Zou Zou’- e ‘Missione Sisou’ entrambi pubblicati in Supersegretissimo Mondadori) può ritenersi soddisfatto.
Di certo neanche lui immaginava tanto successo quando, alla morte di Ian Fleming, l’editore Plon gli affidò l’incarico di creare... un nuovo 007. Il lancio fu eccezionale, per mesi prima dell’uscita del primo episodio ‘SAS a Istanbul’, Parigi era tappezzata di poster che alludevano all’arrivo di un nuovo eroe. De Villiers però era scrittore accorto. Se il principe spia, austriaco che opera per la CIA per ricostruire il castello avito, poteva sembrare una riproposta di un modello ormai noto, c’erano degli elementi distintivi che alla lunga hanno decretato il successo della serie.
Gli occhi d’oro, la pistola ultrapiatta, lo champagne sempre in ghiaccio per sedurre la bella di turno... tutto come da copione ma i romanzi di De Villiers si distinguevano da quelli degli epigoni di Bond per una più marcata aderenza alla cronaca. E da allora sino a oggi i grandi temi della politica internazionale dalla questione islamica, alla Guerra fredda, all’Africa in fiamme sino alla situazione geopolitica seguita alla caduta del Muro di Berlino sono sempre stati il fulcro di avventure ben costruite, condotte con ritmo in cui SAS spara raramente ma l’azione non manca. Neppure sotto le lenzuola. Con il successo del cinema hard dagli anni ’80 dove gli altri sfumavano le scene erotiche l’erotismo di de Villiers si è fatto più aggressivo, esplicito. E questo è un segno dei tempi, ben accolto dal pubblico. Negli anni ormai la scrittura è passata ad altri che, più o meno bravi, hanno tenuto sempre alto il livello delle avventure di SAS. Forse gli episodi migliori sono quelli degli anni ‘70/’80 scritti autenticamente da De Villiers e resi spesso irresistibili da una serie di comprimari che,oggi è veramente invecchiata. Se la contessa Alexandra, la ‘ fidanzata di sempre’ pare aver mantenuto un fascino immarcescibile e continua a turbare il nostro con corsetti e calze nerofumo concedendosi in amplessi roventi negli angoli più impensati e rispettabili della Vienna più elegante(memorabile quello nei bagni del Sacher Hotel!), Elko Krisantem, fedele sicario turco dal laccio mortale ,è diventato un’ombra.
Ferito più volte è ormai relegato al ruolo di maggiordomo e lo si vede raramente. Peccato perché era uno dei personaggi chiave della serie. Con lui anche Chris Jones e Milton Brabeck, i gorilla della CIA armati come una portaerei e un quoziente di intelligenza di un colibrì, hanno rarefatto le loro intrusioni a fianco del Principe. Lontani anche i tempi di Mandy la Sgualdrina che era un po’ il contraltare della contessa. Restano i vari capi di stazione della CIA che negli anni sono stati il trait d’union tra SAS e l’agenzia americana. Termometro della politica USA si sono rivelati nel corso di tutta la saga preziosi alleati, deboli e manipolati, infidi o imbelli. Alla fine l’eroe è sempre solo. Uno stile scorrevole, il ritmo elevato e un giusto mix tra avventura e cronaca garantiscono a SAS, passato da quattro a cinque avventure annuali sempre un gran de pubblico di appassionati. Noblesse Oblige...
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