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“Sassi unplugged” di Giorgio Olmoti: un viaggio durato trent’anni in una Matera tutta da sentire

Creato il 12 febbraio 2016 da Alessiamocci

“Viaggiare è girare il mondo cercando di farsi assorbire dai muri, dal fondo dei bicchieri e dalle parole in lingue sconosciute, diventando invisibile all’occorrenza.”

“Sassi unplugged” di Giorgio Olmoti (Round Midnight Edizioni, 2015) si presenta come un memoriale di viaggio suddiviso in 22 brevi capitoli, ciascuno dei quali intitolato come le canzoni che l’autore ama di più. Una colonna sonora diventata una vera e propria playlist, da accompagnare alla lettura, disponibile su Spotify, il servizio musicale che offre streaming on demand.

Una vita nomade, quella dell’autore, vissuta da girovago su e giù per l’Italia – il detto della sua famiglia è “se vai vedi” –, che ha trovato in Matera, la città dei sassi, un punto fermo dal quale partire ma poi fare sempre ritorno.

E qui l’autore, secondo quella che potremmo chiamare una vera e propria “ode” alla città dei sassi, descrive la sua gente e l’arte che ne permea ogni angolo. Matera è una località che egli ha imparato ad amare nel tempo, che diventa il “teatro” delle sue memorie; scenario della storia d’amore con Stef, la sua compagna di una vita, e in seguito dei viaggi col figlio Dani.

Fin da quando era giovane studente ad Udine, negli anni Ottanta, l’autore ha sempre viaggiato, zaino in spalla, trovando mille espedienti perché i soldi erano pochi. Esilaranti sono i racconti degli episodi rocamboleschi che si è trovato a vivere, complice la giovinezza. Olmoti ripercorre quegli anni, e con essi anche i chilometri, da nord a sud e ritorno, consapevole di quanto l’Italia sia nel frattempo cambiata.

Di Matera, ciò che lo affascina è il viaggio. Sono trent’anni che l’autore si reca in quella città della Basilicata, un tempo poco servita da autobus e treni, tanto che raggiungerla appariva come un’odissea. Da subito ha iniziato a considerare quella terra come la sua casa, nonostante egli non sia mai riuscito a rinunciare ad esplorare altri luoghi. Quindi tuttora parte, va e scopre cose nuove. E poi, alla fine, quasi fosse il “figliol prodigo”, fa sempre ritorno a Matera.

La strada è il senso della mia vita. Non me lo sono mai chiesto davvero ma forse amo Matera per quanto è bella ma anche per quanto è lontana. Matera forse è andare a Matera.”

Matera appare come qualcosa di irraggiungibile e quindi molto desiderata – soprattutto nei primi anni, quando recarvisi è difficile per un ragazzo giovane e squattrinato. Lì viveva la famiglia della compagna dell’autore, e quando si è ragazzi, oltre al desiderio impellente di stare con la persona amata, si sa che si intende fare bella figura ad ogni costo. Così come si auspica l’autore, col padre di lei, che in un primo momento gli è ostile.

L’opera si conclude con le memorie dell’estate appena trascorsa, quella torrida del 2015, dove purtroppo Giorgio Olmoti pone in evidenza quanto la moltitudine di turisti abbia trasformato il volto di Matera, ormai “deturpato” dal consumismo.

La scrittura semplice ed immediata dell’autore, dove una scarsa punteggiatura aiuta a far fluire il fiume di ricordi, rende “Sassi unplugged” un libro accattivante. Esso si presta ad essere letto tutto d’un fiato. Inevitabile immedesimarsi nei racconti degli anni passati, specialmente se il lettore ha vissuto in prima persona i mitici anni Ottanta e sempre li ricorda con nostalgia.

La prosa evocativa di Giorgio Olmoti porta a Matera. Anche chi non c’è mai stato.

Conduce a quel cornetto, dalle dimensioni generose, crema e amarena del Gran Caffè. Quasi fosse la “madeleine” di Proust, esso rimarrà nell’immaginario collettivo.
Written by Cristina Biolcati


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