Grazie all’occhio dei satelliti italiani torna alla luce l'antica Via della Seta, nell'ambito del progetto del Consiglio Nazionale delle Ricerche Cnr), finanziato dal Ministero Affari Esteri e diretto da Nicola Masini e Rosa Lasaponara.
Chiamato "Via della Seta", il progetto intende costituire una rete di cooperazione scientifica tra Italia e Cina nel campo delle scienze e delle tecnologie applicate ai Beni Culturali.
Per due millenni la Via della Seta è stata l’arteria di collegamento tra Ovest ed Est, tra le civiltà del Mediterraneo ed i regni e imperi cinesi, consentendo la circolazione di merci e di idee e lo sviluppo dell’economia e della cultura nei secoli. Una delegazione del Cnr, costituita da ricercatori dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali e dell’Istituto di Metodologie di Analisi Ambientale di Potenza, è appena tornata dalla Cina per la prima campagna di indagine nell’antica Luoyang, luogo di partenza della Via della Seta, che nel sottosuolo conserva i resti di numerose capitali dal VIII secolo a.C. al V secolo d.C.
Al progetto, della durata di tre anni, partecipano ricercatori del Cnr e dell'Accademia Cinese delle Scienze. Obiettivo primario è supportare gli archeologi cinesi nella ricerca dell’antica ‘città proibita’ di Luoyang con l’ausilio delle più avanzate tecniche di indagine basate sui satelliti ottici e radar, come quelli della costellazione italiana Cosmo-SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Obiettivo del progetto è inoltre produrre conoscenze utili per salvaguardare e conservare siti e monumenti iscritti nel patrimonio dell’Unesco.
In particolare, sui giganteschi Buddha di Longmen e sull’antico villaggio di Hong Cun, noto per essere stato il set del famoso film “La tigre e il dragone”, sono previsti studi sui fenomeni di degrado e di instabilità strutturale che si baseranno anche sui dati dei satelliti.
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