Ho rivisto poco tempo fa in Tv “American Beauty” (1999), film di Sam Mendes pluripremiato con 5 Oscar, e stavolta una delle cose su cui ho riflettuto di più è che vi viene anche rappresentato (fra le altre cose), in modo dissacrante, il concetto di lavoro e di successo (degli americani, ma ormai vale anche per noi).
Il protagonista Lester a 42 anni perde il lavoro, e per la moglie e per la società è un perdente; sua moglie è diventata isterica e mezza pazza a forza di pensare alla propria scalata per la carriera nel settore immobiliare; un altro personaggio del film, Ricky, il ragazzo vicino di casa con l’hobby della videocamera, fa lo spacciatore, e dispone di un sacco di soldi, tanto che può permettersi all’improvviso una sera di dire alla sua ragazza : “Andiamo via insieme, adesso ? Non ci dobbiamo preoccupare dei soldi”.
Ecco, non vi sono propriamente rappresentati i prototipi dell’ideale perfetto dell’ “uomo di successo”, in questo film, eppure a Lester non importa aver perso un ottimo lavoro e Ricky economicamente e come persona si sente a postissimo così (bè in fondo è anche per questo che il film è una satira dissacrante sul sistema).
Al che ho pensato che l’attore Kevin Spacey (Lester) , premiato con l’Oscar in questo film, ha subito dopo prodotto un film molto bello, che tocca di nuovo le tematiche sociali USA.
(Intesi, non è che in Italia stiamo meglio, anzi in certe problematiche ci siamo impantanati drammaticamente anche noi.)
Si tratta di “The Big Kahuna” (1999), tratto da un’opera teatrale di Roger Rueff.
E’ sempre difficile parlare di un film che viene dal teatro, perché la sua forza è nei dialoghi. Questo che segue sotto, è il monologo-rap sui titoli di coda del film The Big Kahuna.
E’ recitato da Danny De Vito (che ha una voce diversissima da quella con cui viene doppiato in Italia, più profonda e meno “comica”, molto adatta), conclude il film ed è la parte più conosciuta (andava anche per radio, ai tempi), e andrebbe ascoltato alla fine del film.
Perché tutto quello che accade prima prepara ad ascoltarlo con il giusto spirito…
Ancor meglio sarebbe se ascoltato nella lingua originale, inglese, e con la sua musica.
Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati , ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t’erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l’invidia.
A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere. Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita,
perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo,
passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.”
Gli attori sono “solo” 3 : lo stesso Kevin Spacey, Danny De Vito, e Peter Facinelli; che si riducono a due in effetti dato che Kevin Spacey (che mette la sua esperienza teatrale) e Danny de Vito in versione drammatica e pure un po’ malinconica, come non si vede di solito, sono al massimo della loro forma recitativa e sostengono da soli tutto il film; Facinelli quasi non lo vedi.
Il film si svolge tutto in una sola stanza d’albergo… ma quanta azione e tensione in quella stanza ! E’ tutta una battaglia, di parole e non.
I 3 sono dei venditori, rappresentanti di una ditta, due sono veterani del mestiere, il terzo (Facinelli) un giovane alle prime armi che dovrebbe imparare da loro, ma che non ha la stoffa del venditore; sono ad una “convention” per cercare di entrare in contatto e concludere un affare con un potenziale grosso cliente che potrebbe dar loro un’importante svolta lavorativa, fargli fare il grande colpo, “the big kahuna” appunto: il traliccio di base parte dal tema della fragilità e la precarietà dell’universo dei venditori, uno degli assi portanti dell’economia americana, unito a quello dell’umanità dei protagonisti costretti a stare al passo con una professione sempre più dura ed esigente.
“Vendere un prodotto” é l’essenza stessa del sistema sociale, e il superamento della concorrenza è l’impegno principale di chi deve vendere, altrimenti viene messo da parte.
Questa paura, e la difficoltà ad avvicinare il pezzo grosso creano una grande tensione fra i tre, in un crescendo di duelli verbali che ti inchiodano allo schermo come in un thriller.
I due protagonisti principali rappresentano due tipologie opposte di carattere : Larry (Spacey), è il venditore tosto e cinico, preoccupatissimo, un po’ nevrotico, che non riesce a stare con le mani in mano ad aspettare ciò che verrà. Phil (De Vito) è il venditore “filosofo”, divorziato, che dopo tutta la sua esperienza lavorativa e di vita in generale tende a dare meno peso a cose e persone… sembra calmo, rilassato, uno che aspetta lo svolgersi dei fatti fiducioso… ma forse non è fiducia, forse è che non gliene importa più…
Lo spauracchio di perdere il lavoro superati i 40 anni, e diventare ‘nulla’ da un giorno all’altro, incombe su entrambi.
Il terzo, Bob, il novellino, sembra quasi mettersi d’impegno per portare ancor più tensione, con i suoi discorsi ottusamente impregnati di un fanatismo religioso che viene prima e al di sopra di tutto…
E a un certo punto i nervi saltano…
I dialoghi sono uno scambio incalzante di battute, e dal dialogo emergono problemi sempre più complessi e inquietanti. Si parla di tutto in quella stanza, si comincia col lavoro, si finisce a parlare della Vita, il vero Grande Affare in cui bisogna giocarsi bene le carte, attraverso tutti gli argomenti di cui si potrebbe discutere tra amici: amicizia, amore, morte, sesso, religione, fiducia, speranza e quant’altro, in un appassionante scontro di personalità.
Grande recitazione. Tante “lezioni di vita” mai banali.