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Satiriasi e potere: la solitudine dei numeri uno (Analisi di una barzelletta sui comunisti)

Creato il 11 febbraio 2011 da Risibilmostra
Satiriasi e potere: la solitudine dei numeri uno (Analisi di una barzelletta sui comunisti)

Attribuzione: I, Sailko

Girava tempo fa questa barzelletta su Berlusconi che spiega l’amore alla figlia:

La figlia di Berlusconi al papà: “Papà, papà, cos’è l’amore?” Silvio: “Figlia mia.. l’amore?!… l’amore e’.. e’ incontrare un uomo ricco che ti porta in aereo a Parigi e poi fino a Venezia, ti fa fare un giro in gondola, affitta una suite per te nell’albergo più lussuoso, ti regala fiori, diamanti, auto di grossa cilindrata e…. dopo la notte, ti compra un attico, una villa…. “Ma papà… ” – lo interrompe la figlia: “e i sentimenti, il batticuore, l’emozione del primo appuntamento, il primo bacio..?!?” Silvio: “Ah, quello?! Tutte cose inventate dai comunisti per scopare gratis!!”

Chi sia l’autore di questo piccolo capolavoro non è dato a sapere, magari, sotto sotto è stato proprio il Barzellettiere di Arcore a immetterla nella rete per fare quattro risate alle spalle dei comunisti sfigati. Ma al di là della genesi, questa barzelletta dice molte cose sul berlusconismo e su come sia ridotti i rapporti interpersonali in questi ultimi due decenni. Tutto è cosificabile ed assume un valore solo l’oggetto di scambio, il corpo, il sesso, il sentimento sono merci da imprestare solo a fronte di un corrispettivo quantificabile (viaggio, albergo, diamanti, auto, villa). La natura intrinseca di tali scambi è sostanzialmente commerciale, quelle che Woody Allen chiamerebbe “esperienze vuote”. Naturalmente l’amore si quantifica in milioni di euro: chi più ha più ama, chi più ha più può ottenere sul mercato dei corpi da possedere. Non avere possibilità economiche equivale a non poter amare, non avere cittadinanza sul mercato dell’amore. Avere grandi disponibilità economiche può quindi incidere in modo decisivo sulla psiche del ricco. Ho, quindi sono amato ed ogni rapporto finisce per essere una transazione. La fedeltà, l’amicizia, il rispetto hanno un prezzo che io pago e questo mi permette di esigere obbedienza e dedizione. Naturalmente questo tipo di rapporto è psichicamente anaffettivo, non prevede alcun legame profondo, alcuna psichica compromissione ma è al contempo un rapporto effimero e destinato ad esaurirsi al primo sconvolgimento degli equilibri. In un rapporto simile se c’è sotteso un reciproco sentimento è quello dell’odio e del disprezzo che non emerge se non in situazioni private, come sfogo o come comunicazione riservata. Anche la satiriasi o ipersessualità finisce per essere una conseguenza di una vita di transazioni. Secondo Patrick Carnes, l’ipersessualità nasce da convinzioni inconsce: “Io sono principalmente una persona cattiva e immeritevole”; “Nessuno mi amerebbe per quello che sono”; “I miei bisogni non saranno mai soddisfatti se devo dipendere dagli altri” e “Il Sesso è il mio bisogno più importante” alle quali si forniscono risposte che impediscano una presa di coscienza del proprio essere. Solitamente quando il soggetto è egosintonico (coerente con l’immagine di sé del soggetto) finisce per vedere nel suo comportamento una manifestazione della propria personalità.



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