Saturday night show, inter e milan in risalita e conte riabbraccia la signora

Creato il 12 dicembre 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm
Erano da poco passate le 22.40, quando cominciavano ad arrivarmi i primi SMS.”Seba hai visto che partita?”, “Spettacolo Roma”, “Solo ZemanLandia”. Sorridevo. La partita aveva lasciato un segno agli appassionati. Cosa aggiungere? Nell’anticipo tra Roma e Fiorentina c’è stato tutto ciò che ogni tifoso può volere dalla propria squadra. E sottolineo da ambo le parti. Mettete un olimpico stracolmo, uno squadra, quella dei giallorossi che veniva da 3 vittorie di fila, una Viola che sta disputando un grandissimo campionato. Due tecnici attrezzati a far giocare bene le loro squadre, la serata un po’ näif di alcuni giocatori (vedi Viviano da una parte, la linea difensiva sulle palle alte dall’altra) ed ecco che nella miscela della partita è venuto fuori un 4-2 pirotecnico. Apre subito Castan, che di testa spinge sulla riga un altro colpo di testa di Tachtsidis. Pareggia Roncaglia, dopo una colossale dormita della difesa giallorossa. Raddoppia e Triplica Totti con due gol di pregevole fattura prima di esterno “volante” dopo un gran controllo nell’area piccola, poi con una bomba che scivola sopra i pugni di Viviano. Nel secondo tempo, sempre su colpo di testa, prova a riaprirla El Hamdaoui, che è al suo terzo gol nelle ultime quattro partite. E chiude all’88’ Osvaldo, ritrovato bomber dopo alcune frizioni col boemo. Al di là del risultato e dei marcatori, bisogna dire che la partita non ha davvero avuto un attimo di tregua. Zeman da un po’ di giornate sta cominciando a raccogliere i frutti del proprio lavoro. I giocatori cominciano a credere nel progetto dell’allenatore, sempre alla ricerca del gioco “più bello” a scapito di qualche tatticismo. Montella, se con Juve, Inter e Milan aveva brillato per organizzazione ed accorgimenti tattici, sabato si è lasciato andare ad un “gioca e lascia giocare” e si è scottato (ammesso da entrambi i tecnici e fine partita). Bello così ci può stare. Le formazioni restano sul treno che delle ambizioni che contano (per lo scudetto più Roma che Fiorentina) e daranno fastidio a tutti fino alla fine. L’altro tema di giornata è sicuramente il ritorno di Antonio Conte alla guida della Juve impegnata in quel di Palermo. Processi o meno, quanto sia mancato l’allenatore salentino ai bianconeri lo si vede dall’atteggiamento mostrato nella trasferta in quel del Barbera. Dopo la vittoria col Chelsea la Juve era andata a San Siro e si era fatta mettere sotto per ritmo ed intensità (e non era ancora il miglior Milan). In casa dei rosanero si rischiava la stessa cosa dopo la campagna vittoriosa a Doneskt: questo non è successo. Ha risolto la pratica l’elvetico Lichtsteiner dopo assist-perla di Vucinic. Conte ha ritrovato la stessa Juve: bella nella manovra, ma poco killer in zona gol e si che di occasioni per chiuderla ce ne sono state, più che le altre volte. La squadra è, però, certamente più sicura con colui che definirei per gesti e movenze l’alter ego del Trap (anche se so di scomodare le divinità pallonare). Il Palermo non ha sfigurato, anzi ha venduto come al solito cara la pelle tra le proprie mura. Non è riuscito però a strappare il punticino ed è la seconda volta stagionale: prima della Juve solo il Napoli era riuscito ad imporsi nel capoluogo Siciliano. Campani che erano attesi dal test scudetto a San Siro contro l’Inter “ammazza grandi” in una sorta di contesa per decidere chi può ambire a raggiungere la Juve. La partita anche qui è stata molto piacevole, ma il 2-1 per i neroazzurri non dice tutto. L’Inter ha colpito col cinismo dei suoi attaccanti che in tempi non sospetti avevo definito i più forti del campionato. Un Guarin in serata assatanata, su schema di calcio d’angolo, aveva aperto con l’apriscatole la porta del Napoli. I partenopei però si sono presi la briga di prendere in mano la partita sfiorando con il duo Inisgne-Cavani il pari. Poi è arrivato il raddoppio di Milito, che portava lo score a 2 tiri e 2 gol. Di nuovo assalti orgogliosi del Napoli. Palo di Cassano nel secondo tempo e poi francamente i partenopei hanno spinto fino al 2-1 di Cavani e poi successivamente sfiorando il pari in due-tre occasioni. La partita è stata tiratissima fino ai nastri d’arrivo. Al Napoli, a mio modesto parere, manca francamente una difesa attrezzata a non subire certe reti e soprattutto un equilibrio dal punto di vista umorale che non sappiamo se mai acquisirà. Sono un po’ d’anni che Mazzarri guida questa squadra e nonostante gli elementi che ha ed ha avuto in rosa capitano delle serate in cui dice:” Non siamo ancora maturi”. I miglioramenti si sono certamente visti. Ma lo step successivo non si sa se arriverà mai. L’Inter invece resta un po’ il rebus di questo campionato. È seconda a quattro punti dalla Juve, ma ha fatto notare il presidente Moratti come si preparino bene e con concentrazione i big match e meno bene le partite con le altre. Quindi aspettiamo sabato quando ci sarà Lazio-Inter, un big match che arriva dopo un altro big match, per vedere davvero se il gap è solo questione di concentrazione o c’è dell’altro. È comunque un Inter viva. Sorride anche l’altra sponda di Milano. Il Milan adesso è a 5 punti dal treno dell’Europa che conta, ma ha trovato una continuità di rendimento che gli sta permettendo di risalire a passo deciso la classifica. Nel 2-4 al Torino, oltre alle 2 papere del portiere Gillet si sono visti buoni spunti da parte degli attaccanti. Pazzini al rientro ha giocato una grande partita, Nocerino ha aggiunto qualità alla quantità. Robinho dopo essersi ritrovato sta pensando seriamente di rinunciare al ritorno in patria al Santos per restare a Milanello e dintorni. E se pensiamo che domenica prossima arriva al Meazza il Pescara si può ipotizzare che questa striscia possa proseguire fino alla fine dell’anno, quando ci sarà lo scontro diretto contro la Roma. Per il Torino resta il rammarico di essersi portato al half time sul punteggio di parità (come con la Juve) e poi aver vanificato tutto nell’ultima mezz’ora, forse anche condizionati dal malore che ha colpito Ventura nell’intervallo. Infortunio invece che mette fine alla stagione a De Jong, il “bad boy” venuto da Manchester sponda City ha riportato la rottura del tendine d’Achille. Ad entrambi auguriamo buona guarigione. Nelle altre partite della giornata segnaliamo il pari della Lazio a Bologna (0-0). Vince il Catania in rimonta (1-3) e fa traballare la panchina di Serse Cosmi che deve ingoiare il boccone amaro della seconda sconfitta casalinga dopo essere passato in vantaggio col suo Siena (ora ultimo). Vince anche l’Udinese “corsara” a Marassi 0-2 contro la Samp di Ciro Ferrara che però resta fuori dalle ultime 3 posizioni di classifica. Con lo stesso punteggio e sempre in trasferta vince il Chievo contro il Cagliari (che in settimana aveva ottenuto il passaggio del turno in Coppa Italia): mattatore Paloschi con una bella doppietta. Vince l’Atalanta in casa (2-1) sul Parma. Ed in fondo alla classifica lo scontro tra i fanalini di coda Pescara e Genoa va agli abruzzesi. Vittoria di un’importanza capitale quella all’Adriatico, perché permette di issarsi dal baratro dell’ultimo posto, e in una classifica, che vede uno scarto di 6 punti tra la terz’ultima e la dodicesima, può essere un fattore più che positivo. In Prima divisione continua la striscia negativa del Como che perde nuovamente in casa (0-1) contro Entnella. Marcatore Rosso al 73’.
Sebastiano Paterniti