Saturday Nightmare: Strange Circus
Creato il 26 gennaio 2013 da Giuseppe Armellini
In questa nuova rubrica ogni sabato recensirò film, specie horror, che non sono tanto conosciuti dal grosso del pubblico. Non mi limiterò all'horror e a tutti i suoi sottogeneri ma ci saranno anche visioni che hanno a che fare col weird, con il grottesco,con il disturbante. Insomma, rubrica per chi ama l'horror o/e i film un pò "fastidiosi". Come ad esempio questo.
Ero convinto che questo film di Sion Sono fosse un horror a tutti gli effetti. Apro una parentesi. Sion Sono a quanto so è un regista formidabile con una quantità e qualità di pellicole da far paura. Per me era il suo primo. Chiusa parentesi. Pensavo fosse un horror ma più andava avanti la visione più mi rendevo conto di avere a che fare con un film disturbato, disturbante, quasi immorale, a tratti disgustoso ma tremendamente umano e verosimile. Poi il finale strizza un pò l'occhio al cinema di genere ma ci arriva con un lento percorso psicologico che lo riesce a giustificare. Il film è consigliato a tutti quelli che amano pensare e ragionare durante una visione,ricostruire una trama, perdersi tra scambi di ruolo, essere portati in una direzione e poi trovarsi ribaltati in un'altra. Astenersi tutti quelli a cui turbano le violenze domestiche, le depravazioni sessuali, l'amoralità. Sono ci va giù pesante. Il personaggio del padre/padrone/preside è disgustoso, così tanto da godere della tremenda fine che farà. In realtà questo personaggio è solo un fantoccio, un mezzo per tutt'altro fine. Quello che interessa a Sono sono le terribili conseguenze psicologiche che una madre e una figlia possono riportare dall'essere violentate dalla stessa persona, il marito e il padre. Più che altro il trauma più grande non è il sesso o la violenza in sè ma lo scoprire, il sapere, il dover vedere che la stessa è condivisa dalla madre o, in modo disumano, dalla figlia. Interessantissimo il tema. E' più devastante l'incesto subito o stare dentro quella custodia a dover vedere? E' qui che Sono trova il modo di creare quel gioco di scambio di ruolo che regge alla grande fino alla fine. E chi è la vera protagonista del film, la bimba Mitsuko o sua madre Sayuri? Chi è Mitsuko? Chi è Sayuri? E chi è quella scrittrice? Lo spettatore vaga confuso, all'inizio rischia anche di indispettirsi ma poi Sono non lascerà dubbi. Le scene di sesso riempono lo schermo, il sesso d'altronde, inteso non solo come atto ma anche come genere, è tutto il motore del film, gli psicologi ci possono sguazzare. La struttura ricorda leggermente Audition, una lunga introduzione (ma qui molto più piena di cose del film di Miike) e un'esplosione di violenza finale. Davvero disturbanti gli ultimi 10 minuti, quel tronco umano colpisce come un cazzotto. Ma sono più di una le scene veramente disturbanti, forse alcune volte pure troppo, come l'operazione alle gambe e alcune sequenze con il cibo. Solo una veramente gratuita però, quella della riunione tra mutilati.Ma la mamma è "innocente" o merita quella fine?Attenzione, la risposta è più difficile di quello che sembra.Perchè per una madre vedere il proprio marito che violenta la figlia è devastante. E tutto quello che avviene dopo non può esser letto senza il prima. Sembra il film di Mitsuko ma non lo è. E' il film di una madre che ha perso la testa. E' lei la prima vittima, Mitsuko solo quella più innocente. La cornice del circo lo dimostra, questo film racconta il dramma di una donna, non quello di sua figlia. E mentre sul pubblico Mitsuko accecata dall'odio sta lì a guardare ed applaudire sua madre morire il boia, quel boia schifoso, è suo marito.E' lui l'unico che doveva finire su quella ghigliottina.Perchè non c'è niente di più aberrante di queste persone.E una Mitsuko o una Sayuri ci sono dapertutto purtroppo.
Nascoste lì a soffrire.
( voto 8 )
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