Milano, Macao.
Era da un po’ che si parlava di questa data a Macao (nuovo centro per le Arti, la Cultura e la Ricerca), dove si è tenuto Saturnalia, festival definito dagli stessi organizzatori (Haunter Records e Communion) “psychedelic and experimental”, ospitato all’interno dell’affascinante stabile in via Molise 68 e sviluppato su due palchi, uno definito “indica” e l’altro “sativa”, con una buona qualità dei volumi e dei suoni (fatto non così scontato vista l’architettura del posto). L’evento ha visto la partecipazione di un folto pubblico e di almeno una dozzina di progetti musicali (OOBE, Mørkeblå, Valerio Cosi, Somec…), compresa una doppia apparizione di Donato Epiro, in solo, e con Gaspare Sammartano a nome Cannibal Movie.
Loro sono stati i veri protagonisti della serata: prima di farsi vedere hanno aspettato un po’ ed hanno fatto attendere il pubblico nel buio dell’ex macello fino a notte inoltrata. Ha incominciato Epiro, che ha proposto un live con una valenza diciamo più elettronica, sintetica (trovate il vinile Fiume Nero 2014, su etichetta Black Moss) e dopo una quarantina di minuti di set, ed un veloce cambio di strumentazione, con i Cannibal Movie. L’atmosfera che si respirava era molto particolare, il salone era quasi del tutto oscurato, pochi fari rossi illuminavano le pareti, ci si muoveva nella penombra, ma quando i due sono saliti sul palco e hanno cominciato a produrre quei suoni, hanno fatto subito risvegliare tutti i presenti, la gente in sala si è subito infittita, dando vita a una situazione quasi surreale. Gli spettatori si sono focalizzati ad ascoltare le più sottili vibrazioni di un live che definirei ipnotico, riconducibile a uno strano concentrato di suoni, una pozione di impercettibili variazioni ritmiche, a tratti più distese e a tratti più sovrapposte tra loro, che ha soddisfatto e convinto i presenti al festival. Difficile per il sottoscritto descrivere meglio il genere proposto: si parla di “sperimentalismo” e “psichedelia occulta”, ma bisogna apprezzare il tutto dal vivo per farsi una propria idea. Il duo tarantino dunque non delude le aspettative create dall’ascolto del disco. Il progetto musicale composto da soli due set up di strumenti, organo e batteria che sembrano “incantati” dalle mani dei due musicisti, producono un live che riesce a “stregare”, catturando l’attenzione attraverso un muro di suoni che si riversa con efficacia su chi si trova in quel momento all’ascolto. All’interno del panorama musicale nel quale si muovono abbiamo sentito parlare molto di loro, sono appena tornati da un mini tour in Grecia e sono rimasti soddisfatti dalle numerose date in giro per lo Stivale fatte nell’ultimo anno (ma non nella zona del milanese). Possiamo purtroppo dire con certezza che dopo quest’ultima apparizione all’interno di Saturnalia si prenderanno una pausa per l’estate, speriamo breve, per tornare più forti che mai. Se per il prossimo autunno vi capita l’occasione, andate a sentirli, non ve ne pentirete.