E' proprio il caso di parlare di "roaring eighties", perchè in questo dimenticato "Savage Harvest" i leoni, veri, ruggiscono sul serio. Altro che CGI. Una didascalia all'inizio della pellicola avvisa il pubblico che i fatti narrati si ispirano a vicende realmente avvenute. A causa della siccità i leoni si spingono ad attaccare i villaggi africani e pure la villa di una famiglia americana di stanza in Kenya, assediata dalle bestie affamate.
Dirige il vecchio Robert L. Collins, regista prettamente televisivo ("La Scelta/Walk Proud" [1979] con Robbie Benson e Pepe Serna e una valanga di regie televisive da "Marcus Welby" a "Sulle Strade della California") e si vede, che tuttavia confeziona un dignitosissimo animal attack capace di rimanere nella memoria del cinefilo e appassionato, senza essere un capolavoro o un caposaldo del genere. Tolto l'incipit, veramente incisivo nel creare un senso di morte e desolazione grazie a sequenze documentaristiche sottolineate dall'ottima partitura di Robert Folk, i primi trenta minuti sono di puro mestiere, con la presentazione dei protagonisti Tom Skerrit e Michelle Phillips (proprio lei, ex The Mamas & The Papas e moglie di John Phillips) con contorno di figli e amici. Dopo i leoni attaccano e, per un amante dell'ecovengeance o come cazzo volete chiamarlo, vedere i felini che attaccano e sbranano i poveri esseri umani, assediati, impauriti, soggiogati dalla bestie, è sempre spettacolo degno di tale nome. Grande lavoro da parte di addestratori e stuntmen (magnifico il primo assalto alla governante della magione) e leoni, leonesse, pantere protagonisti assoluti della pellicola tutta. Collins da quel buon artigiano televisivo qual'è/era (1 giugno 1930-21 ottobre 2011) non la butta sul blood&gore, anzi di sangue non è che se ne veda molto, e preferisce concentrarsi sulle reazioni degli assediati concedendo qualche sequenza ad effetto fino allo scioglimento della vicenda.
In questo senso molto efficace risulta la scena in cui la famiglia si riunisce intorno a Michelle Phillips che strimpella al piano "All You Need Is Love" e "I Want To Hold Your Hand" , nel tentativo, invero demenziale, di ritrovare la calma e la stabilità dopo il furioso attacco dei leoni; dalle lacrime e dalle urla a poco a poco tutti gli assediati cominciano a cantare, sicuri che ad un gruppo di americani in terra straniera non possa assolutamente accadere niente di brutto fino a che non si ritrovano un enorme leone in salotto. La rilettura in salsa animal attack del cinema d'assedio, pur non avendo la potenza del cinema carpenteriano e romeriano, senza contare le influenze western (vedi il lancio del fucile tra Skerrit eShawn Stevens), è comunque godibile e spettacolare, potendo contare sul realismo delle sequenze e delle reazioni degli attori, circondati da bestie vere e non da pupazzi, per cui il livello esploitativo del film di Collins è ancora piuttosto alto, specialmente nel concitato finale con i felini che irrompono nella villa e circondano la gabbia di fortuna in cui si sono rifugiati i protagonisti. Sequenza che ancora riesce ad inquietare proprio per la ferocia con la quale gli animali si ammassano davanti all'entrata della magione quasi a voler "sfrattare" i poveri, ormai ex-inquilini. Non è poco.
Certo la visione della slavatissima Vhs giapponese non aiuta la fruizione del prodotto di Collins, anzi la fotografia del buon Ronnie Taylor è praticamente sputtanata, ma tant'è godiamo di quello che abbiamo, anche perchè mi pare che il film in questione non sia mai stato editato su Dvd, anche se mi piacerebbe essere smentito in questo senso. Consigliatissimo, comunque, in double bill con "Roar" (1981) di Noel Marshall, che invece in Dvd ci sta, prossimamente su questi schermi, senza contare dei caposaldi del genere come "Day of the Animals" (1976) dello specialista William Girdler e il mitico "The Pack/Il Branco" (1978) di Robert Clouse con Joe Don Baker. La giovane Tara Helfner, nel ruolo diKristie, la giovane figlia di Skerrit nel film, è la figlia del produttore, sceneggiatore e pure addestratore Ralph Helfer.
Buona visione.
Belushi